Economia

Intelligenza artificiale, la Francia critica l’AI Act europeo

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Emmanuel Macron ha preso posizione nei confronti dell’AI Act, approvato ieri dal Parlamento europeo. La posizione di Macron nei confronti dell’intelligenza artificiale e della sua regolamentazione sembra essere sufficientemente chiara: la materia non può essere normata solo e soltanto a livello europeo, ma è necessario far leva sulla cooperazione mondiale nella sua regolamentazione.

Secondo Macron l’Ocse è in grado di costruire degli approcci internazionali, come è stato fatto per le questioni fiscali. Questo, almeno secondo Macron, risulta essere l’approccio da adottare per evitare di creare dei pregiudizi.

La regolamentazione dell’intelligenza artificiale

L’interesse che ruota intorno all’intelligenza artificiale è cresciuto nel corso degli ultimi mesi, innescato principalmente dalla crescita del chatbot Chat GPT. Questo è il motivo per il quale la maggior parte dei governi mondiali continua a discutere su come questa tecnologia debba essere regolamentata.

Al momento, comunque, sembra mancare il consenso globale su come l’intelligenza artificiale debba essere gestita e controllata. Gli Stati Uniti, la Cina e l’Unione europea stanno adottando norme per regolamentare questa nuova tecnologia. È anche vero, comunque, che pianificare un qualsiasi quadro normativo globale sarebbe un’impresa enorme.

La Francia ha cercato di posizionarsi come l‘hub europeo per lo sviluppo dell’AI anche se l’Unione Europea, di cui fa parte, porta avanti una regolamentazione unica nel suo genere.

Macron, il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire e il ministro del digitale Jean-Noel Barrot, hanno parlato ieri nel corso della conferenza VivaTech di Parigi, esprimendo il desiderio di una regolamentazione globale sull’IA.

“Dal mio punto di vista, penso che abbiamo bisogno di un regolamento e tutti gli operatori del settore, anche quelli statunitensi, sono d’accordo. Penso che abbiamo bisogno di una regolamentazione globale”, ha detto Macron a Karen Tso della CNBC.

Barrot ritiene che, entro la fine del 2023, alcuni dei principi fondamentali che la Francia vorrebbe per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale nei paesi del G7 inizieranno ad emergere. Ricordiamo che il G7 comprende paesi come Francia, Germania, Stati Uniti e Regno Unito. I paesi hanno concordato quest’anno di istituire un gruppo di lavoro per esaminare le questioni che potrebbero derivare dall’IA.

Le preoccupazioni della Francia sull’AI Act

L’appello della Francia per una regolamentazione globale dell’intelligenza artificiale arriva mentre l’Unione Europea si avvicina all’approvazione di una legge battezzata AI Act. Il 14 giugno 2023, il Parlamento europeo ha approvato una legge storica, che punta ad adottare un approccio basato sul rischio per regolamentare l’IA.

Gli ultimi emendamenti alla legge includono una posizione più dura sulla cosiddetta intelligenza artificiale generativa, il tipo di tecnologia alla base di Chat GPT di OpenAI, che consente ai sistemi di creare immagini o rispondere con testo ai prompt. Il regolamento afferma che gli sviluppatori di intelligenza artificiale generativa saranno tenuti a sottoporre i propri sistemi a revisione prima di rilasciarli commercialmente. La Francia, che tradizionalmente ha assunto una posizione favorevole alla regolamentazione, ha espresso preoccupazione per il fatto che la legge dell’Ue sull’IA sia andata oltre. Barrot spiega:

“La mia preoccupazione è che nelle ultime settimane il Parlamento europeo abbia assunto una posizione molto forte sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, utilizzando in un certo senso questa legge sull’IA come un modo per cercare di risolvere troppi problemi contemporaneamente”.

Anche se una legge a livello dell’Ue dovesse continuare a funzionare attraverso il processo legislativo, la Francia sta spingendo per regolamenti su scala globale e vede gli Stati Uniti come un alleato chiave. Le Maire ha spiegato:

La competizione è sempre una buona cosa. Quindi abbiamo una collaborazione molto stretta con gli Stati Uniti, ma vogliamo anche avere accesso alla nostra intelligence e alle nostre società di intelligenza artificiale. Anche sulla regolamentazione, penso che sia assolutamente fondamentale avere una discussione approfondita con le autorità americane sul modo migliore per regolamentare l’intelligenza artificiale“.