Suning, il gruppo cinese proprietario dell‘Inter, sta aspettando un’offerta che gli permetta di cedere una fetta della società calcistica, sollecitata dal cambio di prospettiva del governo cinese sugli investimenti nei club europei e da problemi di dotazione finanziaria.
Tutto questo avviene mentre il prossimo 9 marzo, data del 113esimo compleanno del club, ci sarà il cambio del logo e il rebranding che assocerà in modo chiaro la parola Inter a quella della sua città: “Inter Milano” sarà il nuovo nome della società.
Inter, al via la trattativa con il fondo BC Partners
Fino al termine di gennaio sarà il fondo BC Partners a trattare con Suning in esclusiva; è attualmente in corso una due diligence completata la quale BC si sarà fatta un’idea più chiara dei conti della società e potrà lanciare la sua offerta. Lo scorso 8 gennaio il Corriere dello Sport aveva citato “rumors ben accreditati” secondo i quali BC sarebbe orientata “a valorizzare l’Inter tra 400 e 500 milioni di euro, oltre il debito netto che si aggirerebbe sui 350-400 milioni”, considerando che l’ultimo esercizio della squadra milanese chiuso il 30 giugno 2020 ha visto ricavi per 373 milioni di euro e una perdita di 102 milioni di euro.
A partire da febbraio la lista dei possibili fondi interessati a rilevare una quota dell’Inter potrebbe allungarsi notevolmente. Secondo indiscrezioni pubblicate da Repubblica e dal Corriere dello Sport fra i maggiori interessati ci sarebbero il fondo svedese EQT, quello statunitense Arctos Partners, e ancora il fondo texano Ares e Temasek fondo controllato dal governo di Singapore.
Secondo il Corriere dello Sport la corposa lista di fondi che sarebbe pronta a lanciare un’offerta a Suning sarebbe giustificata non tanto dall’amore per il club milanese, quanto dall’influenza che la famiglia Zhang sarebbe in grado di esercitare in Cina:
“Assurdo? No, se si considera il ruolo che la famiglia Zhang ancora ricopre in Cina”, ha scritto il quotidiano sportivo romano, “se in Cina sei Zhang hai pur sempre qualcosa da mettere sul piatto di una trattativa: i rapporti, le relazioni, i canali privilegiati che hai sviluppato fanno gola a molti e per un gruppo occidentale entrare senza uno sherpa è quasi impossibile”.
Di sicuro, non tornerà in partita lo storico patron Massimo Moratti, che in un’intervista a Tuttosport, ha espresso il proprio rammarico per l’imminente disimpegno del gruppo Suning:
“Sembrava che avessero tutte le caratteristiche giuste, che fosse una famiglia a condurre le danze con una capacità finanziaria notevole legata a un’industria importante e ben ramificata alle spalle”, ha detto l’ex presidente dell’Inter, “Non un fondo, ma una famiglia”.