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INTERDETTI FIORANI, GNUTTI E RICUCCI

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(WSI) – «Pirateria finanziaria». Così la definisce il gip Clementina Forleo al termine delle 90 pagine – divise in tre provvedimenti – che chiudono la prima fase dell´inchiesta Antonveneta. La decisione del giudice è di quelle che lasciano il segno: convalida del provvedimento di sequestro delle azioni. Sequestro delle plusvalenze realizzate con la compravendita dei titoli Antonveneta. E soprattutto interdizione da tutte le cariche ricoperte dai quattro personaggi chiave della scalata Antonveneta: da Gianpiero Fiorani (amministratore delegato della Banca Popolare Italiana) a Gianfranco Boni (direttore finanziario di Bpi), dall´immobiliarista romano Stefano Ricucci al finanziere bresciano Emilio Gnutti. Tutti e quattro dovranno comparire tra giovedì e venerdì davanti al gip per essere interrogati.

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Il giudice Forleo ha soppesato ogni virgola, perché i tre provvedimenti che ha depositato ieri avranno effetti devastanti: un sequestro di plusvalenze per 100 milioni di euro (oltre alle azioni sequestrate una settimana fa). Per non dire dell´interdizione, che toglierà dalla scena economica – per i prossimi due mesi – i quattro protagonisti delle più clamorose operazioni finanziarie degli ultimi tempi. Un provvedimento forte, il cui senso si concentra nelle ultime pagine. Conclusioni che tracciano un ritratto d´insieme dell´ambiente in cui, secondo il gip e l´accusa, sarebbe maturato il reato: «Accanto agli atti di pirateria finanziaria posti in essere dagli attuali indagati – scrive Forleo – viene infatti drammaticamente alla luce un sistema istituzionale gravemente malato, restìo a prendere le distanze da logiche di favori e favoritismi, non certo consone ai capisaldi costituzionali». E ancora: «Le condotte manipolative degli indagati» sono «evidentemente premeditate e reiterate e non certo occasionali… nonché già collaudate in passato».

Una motivazione corposa, ma il giudice ha deciso che a parlare fossero soprattutto gli stessi accusati. Ecco allora la pubblicazione quasi integrale di decine e decine di intercettazioni.
La convalida del sequestro delle azioni era prevedibile, dopo la procedura d´urgenza decisa dai pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti: «È evidente che la libera disponibilità delle azioni – scrive Forleo – possa consentire di portare a compimento il piano criminoso». Così il 40% delle azioni Antonveneta (quelle dei concertisti) restano sotto il controllo del custode giudiziario nominato dalla Procura, Emanuele Rimini. Più inatteso è stato il sequestro delle plusvalenze. Del resto l´intera inchiesta ha preso lo spunto proprio da qui: un gruppo di persone fisiche – molte vicine a Emilio Gnutti – che «hanno ricevuto, in un breve arco temporale, finanziamenti da 10 a 50 milioni di euro (per complessivi 550 milioni di euro) tutti impiegati per l´acquisto di azioni Antonveneta».

Infine, appunto, l´interdizione – una decisione quasi inedita, almeno a questi livelli – disposta applicando l´articolo 290 del codice di procedura penale. Da ieri pomeriggio, così, Fiorani, Boni, Ricucci e Gnutti non possono più esercitare le loro funzioni nelle società di cui sono alla guida: da Bpi (Fiorani e Boni) a Hopa e Gp Finanziaria (Gnutti) passando per Magiste (Ricucci). La legge prevede «il divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali e imprenditoriali… qualora si proceda per un delitto contro l´incolumità pubblica o contro l´economia pubblica, l´industria e il commercio». I quattro “interdetti” adesso possono solo aspettare: la misura scade tra due mesi, mentre la pausa feriale rende impossibile il ricorso al Tribunale del Riesame fino al 15 settembre.

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