NEW YORK (WSI) – A Vancouver ci sono tante storie di abitazioni immobiliari finite in rovina, case abbandonate e poi svendute alla Cina. Gli investitori cinesi operano ai confini della legge, appropriandosi indebitamente e senza farsi notare di milioni di denaro in contanti, in modo da aggirare i limiti di 50 mila dollari l’anno imposti dalle autorità cinesi per impedire una fuga di capitali dal paese.
A quel punto, gli investitori usano i soldi per acquistare proprietà immobiliari all’estero, in città come Vancouver, Londra, New York, San Francisco. Lo fanno tramite transazioni effettuate interamente in contanti, servendosi di intermediari che consentano loro di mantenere l’anonimato.
A quel punto la casa diventa una sorta di nuovo conto bancario svizzero, offrendo all’investitore una fonte di valore certa in cui parcheggiare i soldi fatti fuoriuscire in modo illecito dal proprio paese. Le montagne di denaro in uscita dalla Cina stanno alimentando il boom dei prezzi immobiliari. A Vancouver si sono gonfiati a livelli tali che ormai nessun acquirente canadese può più permettersi una casa.
Tra le bolle immobiliari più pericolose al mondo
A Vancouver, in Canada, diventare un “conto bancario” degli investitori cinesi è il destino di centinaia se non migliaia di case. Da un hub residenziale, la città della parte orientale del paese si sta trasformando in pratica in un deposito di soldi cinesi.
I mercati immobiliari di alcune delle città più importanti del mondo occidentale sono invase dal denaro liquido estremamente mobile in fuga dalla Cina. Si tratta di capitali che vengono trasferiti da un mercato all’altro a seconda della convenienza del momento.
Ecco cosa avviene: il proprietario dell’immobile, che spesso non si rende conto del valore effettivo della propria casa (salito esponenzialmente negli ultimi tempi) viene avvicinato da un commerciante privato da cui riceve quella che sulla carta sembra un’allettante offerta in contanti, senza commissioni. Assegnando immediatamente il contratto a un investitore nazionale, l’acquirente privato senza licenza intasca una commissione del 10%.
A quel punto la proprietà passa a un agente immobiliare, che a sua volta la vende a un investitore cinese che ha i soldi per potersela permettere. Gli agenti privati dicono spesso al proprietario immobiliare che l’investitore cinese “finale” è disposto a pagare una somma più alta pur di sbrigare in fretta la pratica.
Prima o poi la bolla immobiliare così descritta finirà inevitabilmente per scoppiare.
Fonte: National Post