ROMA (WSI) – Intonaci freschi e tapparelle nuove. Poi, successivamente, scuole più sicure. Tra mille annunci il piano sull’edilizia scolastica è entrato nel nel vivo solo a fine luglio ed è previsto che i lavori vadano avanti per tutta l’estate. Altri partiranno nel 2015.
Ma, almeno per il momento, siamo ancora lontanissimi dai 3,5 miliardi di investimenti annunciati nel discorso di fiducia lo scorso febbraio. Entro la fine del 2014 i fondi in arrivo dal governo saranno circa 550 milioni, a cui vanno aggiunti quelli dello sblocco del patto di stabilità.
Il conto, in ogni caso, si ferma sotto il miliardo di euro. Meno di un terzo del totale previsto originariamente, meno della metà anche dei 2,2 miliardi che il presidente del consiglio aveva promesso per l’anno corrente nell’aggiornamento delle stime di maggio.
I primi cantieri dovrebbero essere ormai aperti in tutto il Paese ma sono molti i presidi che dicono di non avere ancora visto un centesimo. A fine luglio il Ministero ha annunciato la partenza degli interventi di piccola manutenzione per il ripristino del decoro e della funzionalità degli edifici. Il filone di lavori denominato “scuole belle”, per cui è prevista una dotazione di 150 milioni di euro e che interesserà oltre 7.700 strutture. I fondi stanziati sono già disponibili e sono stati assegnati dal Miur direttamente alle scuole: si va da un minimo di 7mila euro a interventi dell’importo di decine (e in alcuni casi persino centinaia) di migliaia di euro.
Tra i più cospicui, spiccano i 119mila euro all’istituto comprensivo “De Matera” di Cosenza, i 166mila euro al Circolo “L. Tempesta” di Lecce e addirittura i 280mila euro al Circolo didattico “G. Marconi” di Afragola (in provincia di Napoli). Proprio la Campania, insieme a Puglia e Calabria, è una delle regioni destinataria della più alta percentuale di finanziamenti (circa il 75% verrà impiegato al Sud); a seguire Lazio e Lombardia. In tutti i casi, saranno i dirigenti scolastici a provvedere agli ordinativi alle ditte aggiudicatarie della gara Consip. Dove invece il bando non è stato completato (in Campania e Sicilia in particolare) si ricorrerà alle ditte che già prestavano servizio. E qui cominciano i primi nodi: su tutto il territorio nazionale bisognerà verificare le modalità di assegnazione dei lavori.
Questa è la prima tipologia di interventi, immediatamente operativi. Per il secondo filone, invece, bisognerà aspettare: “scuole sicure” comprende i lavori di messa in sicurezza degli edifici, che spaziano dalla bonifica dell’amianto all’adeguamento alle norme antisismiche, antincendio e per gli impianti elettrici (su cui, secondo l’ultimo rapporto di Legambiente, più di una scuola su due ha problemi). Qui a disposizione ci sono circa 400 milioni di euro, per 2400 interventi dal valore medio di 160mila euro: i soldi sono stati stanziati dalla delibera del Cipe dello scorso 30 giugno e per questo vengono conteggiati all’interno dell’anno 2014, anche se i cantieri non apriranno prima del 2015.
Il Miur ha pubblicato l’elenco delle prime 1.639 scuole assegnatarie dei finanziamenti: i dirigenti scolastici hanno tempo fino al 31 dicembre per avviare le gare e aggiudicare gli appalti con iter agevolato (inizialmente il termine era stato fissato al 30 ottobre, ma è stato prorogato); una volta completato il bando si vedranno erogate le risorse. Per questo le opere cominceranno l’anno prossimo. Tra le regioni maggiormente interessate dal progetto, Lombardia (82 milioni di euro), Sicilia (51 milioni) e Piemonte (50 milioni).
Sommando i due filoni, fanno 550 milioni di euro in totale. Al saldo il Ministero aggiunge anche 122 milioni dello sblocco del patto di stabilità (anche se si tratta di interventi finanziati interamente con fondi propri degli enti locali, resi fruibili dall’intervento del governo); una leva che secondo i calcoli del Miur dovrebbe sviluppare 400 milioni di investimenti fino alla fine dell’anno. Soldi che serviranno ad aprire circa 400 cantieri di “scuole nuove”: i sindaci aspettano la comunicazione della Ragioneria di Stato per il via libera definitivo.
Il resto arriverà in seguito (lo sa bene Salerno, ad esempio, dove dei 1100 interventi di piccola manutenzione in calendario, solo 160 verranno realizzati nel 2014): per “scuole belle” altri 300 milioni nel 2015 e per un trimestre 2016, per un totale di 18mila plessi; poi ulteriori 122 milioni di sblocco del patto di stabilità (con investimenti relativi), e il finanziamento di altri 845 progetti di “scuole sicure”, grazie ai ribassi d’asta accertati. Comunque meno del previsto: per raggiungere le cifre annunciate dal premier bisognerà sperare nella riprogrammazione dei fondi Ue, che ancora non ci sono. Solo un primo passo, dunque. Importante per il rinnovamento delle fatiscenti scuole italiane, ma ancora insufficiente. E con tutte le incognite del caso sulla corretta gestione dei finanziamenti.
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