Intesa Sanpaolo ha concluso il 2018 realizzando utili in linea con le attese, a 4,05 miliardi di euro (+6,1%), al netto del contributo statale per l’operazione su Veneto Banca e Pop Vicenza. I proventi operativi netti, nei 12 mesi del 2018 sono arrivati a 17,875 miliardi, in leggero rialzo rispetto ai 17,84 miliardi del 2017 (+0,2%). Nel quarto trimestre l’utile netto ha di poco superato le attese attestandosi a 1,038 miliardi di euro (a fronte di un attesa Bloomberg di 1,011 miliardi); rispetto al 2017 l’incremento è stato del 24,6%.
Solo nel quarto trimestre 2018 l’utile netto si è attestato a 1,038 miliardi di euro, rispetto a 833 milioni del terzo trimestre 2018 e agli 1,428 miliardi del quarto trimestre 2017. Il consenso se lo aspettava a 1,011 miliardi.
A Piazza Affari il titolo, dopo un avvio in negativo ha ripreso quota attualmente è in rialzo dello 0,57% a 1,98 euro.
Sotto il profilo della stabilità patrimoniale, Intesa mette a segno un Common Equity Tier 1 ratio nel 2018 al 13,6%, 430 punti base al di sopra dei requisiti minimi, “nonostante l’impatto negativo di circa 30 punti base derivante dalla riduzione del valore dei titoli di Stato in portafoglio”, ha sottolineato il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. In calo i crediti deteriorati: nel dicembre 2018 erano il 29,9% in meno rispetto a un anno prima, al lordo delle rettifiche.
“Il risultato netto è stato pari a 4,05 miliardi di euro, con una crescita pro forma del 6% rispetto al 2017: si tratta del migliore risultato dal 2007”, ha commentato il ceo Messina, prima di sottolineare l’attenzione del gruppo sul fronte della distribuzione dei dividendi. “La capacità di remunerare in maniera significativa i nostri azionisti si conferma una priorità”, ha aggiunto l’amministratore delegato, “l’ammontare dei dividendi distribuiti e tradotti in erogazioni da parte delle Fondazioni di origine bancaria nostre azioniste supera il 50% delle erogazioni effettuate da tutte le Fondazioni italiane”. Il payout ratio, nel 2019, è previsto all’80% del risultato netto; per quanto riguarda il 2018 l’asticella sarà proposta all’85%, con 19,7 centesimi per azione (in calo dai 20,3 centesimi del 2017).