MILANO (WSI) – “Con 35-40 miliardi di capitalizzazione noi oggi possiamo essere un soggetto aggregante, non un oggetto di possibili scalate. Anche se al momento non c’è nessuna ipotesi di crescita esogena”.
E’ quanto ha affermato l’Ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, intervistato da Alessandro Plateroti al Meeting del Sole24Ore “2° retail banking conference”.
“Il riposizionamento effettuato ci mette in condizioni di assoluta tranquillità” ha aggiunto il manager.
L’istituto è fortemente interessato a crescere nel private banking, sia per linee interne e sia con acquisizioni mirate, eventualmente anche in Italia.
“In Italia – secondo Messina – potrebbe esserci una nuova fase di consolidamento domestico, in cui Intesa Sanpaolo non sarà coinvolta in nessun modo”.
Per quanto riguarda invece eventuali operazioni cross-border, il manager ritiene possibili solo per specifiche linee di business.
“Noi siamo interessati a possibilità di crescita su specifiche filiere di business e in particolare nel private banking, attraverso una crescita che può essere sia endogena e sia esogena. Una volta che sarà chiaro l’esito dei test della Bce faremo delle valutazioni”, ha dichiarato.
Messina ha quindi ribadito che il gruppo è interessato “a crescere e investire nel private banking e in questo caso con eventuali acquisizioni anche in Italia”.
La banca chiede alla Bce 9 miliardi di T-Ltro
Intesa Sanpaolo conta di procedere con “l’utilizzo completo a dicembre” dei prestiti T-Ltro della Bce. Lo ha detto il Ceo Carlo Messina spiegando che ad oggi “tra erogato e nuove richieste in pipe-line siamo tra 8,5 e 9 miliardi di euro”. Il Ceo è “certo” di riuscire ad utilizzare l’intero ammontare previsto per l’istituto. Intesa Sanpaolo, nella prima tranche dell’operazione ha raccolto 4 miliardi a settembre e ne chiederà altri 8,5 miliardi nell’asta di dicembre.