Con tono sicuro e orgoglioso Carlo Messina. a.d. di Intesa Sanpaolo ha risposto ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa per illustrare i primi dettagli della nuova banca che nascerà dall’integrazione di Ubi Banca in Intesa Sanpaolo a seguito dell’operazione di scambio azionario che si è conclusa con adesioni superiori al 90 per cento.
“Si apre un nuovo capitolo nella storia del nostro gruppo, dato che con l’acquisizione di Ubi Banca Intesa Sanpaolo si proietta nelle primissime posizioni tra le banche dell’eurozona: diventiamo la seconda banca per capitalizzazione, la sesta per risultato operativo e l’ottava per totale attivo. Si tratta di un passaggio di grande rilevanza” ha dichiarato l’a.d. Messina.
Tra i primi passi da compiere ora c’è la nomina del nuovo a.d. di Ubi Banca (dopo le dimissioni annunciate ieri dal ceo Victor Massiah) che dovrà guidare l’istituto verso la fusione. Tra i nomi che sono già circolati c’è quello di Gaetano Miccichè (già presidente di Banca Imi). “Spetta al consiglio di Ubi ratificare questa nomina” ha chiarito Messina ma sono sicuro che si andrà in questa direzione. “Di lui i mi fido ciecamente e in questo momento abbiamo bisogno di un manager di prestigio in grado di motivare i 20.000 dipendenti di Ubi e che sia in grado di cogliere tutti gli spunti per andare nella giusta direzione” ha proseguito Messina. “Non abbiamo interesse a fare uscire nessuno dalla banca, vogliamo trattenere i talenti visto che troveranno all’interno del gruppo Intesa spazi di crescita.”
Quanto a nuove aggregazioni nel settore bancario il manager esclude per ora nuove operazioni, almeno nel breve periodo, visto che ora i vertici della banca saranno concentrati nell’integrazione di Ubi.
“Devo essere sicuro che le cose funzionino all’interno di un gruppo prima che si possano fare altre acquisizioni” ha chiarito Messina. Il manager cresciuto all’interno del gruppo Intesa ha poi confermato che l’aggregazione sarà completata l’anno prossimo, dopodiché si valuteranno nuove possibilità.
In ogni caso, Messina ha smentito un interesse per l’Europa dell’Est. “Realizzare operazioni crossborder tra banche di diversi Paesi non è facile – ha sottolineato il manager – perché in questi casi ci sono difficoltà tra cui il posizionamento dei diversi stati che vogliono mantenere le aziende strategiche nel proprio Paese ed alla difficoltà di creare sinergie, che sono essenzialmente sinergie di costo”.
Rispondendo ad una domanda sull’ammontare di titoli di Stato detenuti dalle banche italiane Messina ha poi ricordato che Intesa Sanpaolo di recente ha aumentato la sua esposizione verso i bond governativi italiani ma anche di altri Paesi, sottolineando poi che in questo momento non sarebbe ben visto un istituto che annuncia una riduzione del suo portafoglio in Btp.
In merito ai dettagli della fusione è ancora prematuro definire nuove strutture nonostante all’interno del nuovo perimetro Intesa – Ubi ci siano delle rindondanze. “L’incorporazione delle fabbriche prodotto è prematuro ma, sicuramente sarà importante riflettere in generale su una semplificazione delle strutture”.
Sul fronte degli sportelli Messina ha evidenziato che non ci saranno chiusure per quelle strutture che permettono una relazione diretta con il risparmio dei clienti. “Per noi il settore della gestione del risparmio è strategico ha ricordato Messina evidenziando che una struttura come IW Bank (in pancia a Ubi Banca) dovrà essere valorizzata.
Secondo Messina “Intesa Sanpaolo e UBI hanno modelli di business simili, con culture e valori aziendali condivisi. Insieme, possiamo rafforzare un Gruppo campione nazionale e leader a livello europeo, forte di oltre 1.100 miliardi di euro di risparmi che gli italiani ci hanno affidato”.
Per quando riguarda l’attuale situazione legata all’emergenza sanitaria Messina ha poi evidenziato che c’è stata un’accelerazione della banca sul digitale, in particolare per quanto riguarda la parte di business legata al mass market.
Infine l’a.d. ha ricordato che in aggiunta alla prevista distribuzione di dividendi il prossimo anno relativi all’utile netto del 2020, Intesa Sanpaolo vuole ottenere l’approvazione da parte della Bce anche per una distribuzione delle riserve relative all’utile dell’esercizio 2019.