Confindustria e il ministero dello Sviluppo Economico italiano tirano un sospiro di sollievo: l’industria italiana si è salvata per un soffio. Le autorità europee hanno infatti trovato un’intesa sui dazi anti dumping da imporre alla Cina. Viene scampato in questo modo il pericolo di un taglio delle misure punitive per pratiche anti concorrenziali, che avrebbe avuto un effetto deleterio per molti settori in Europa e non soltanto in Italia.
Dopo una serie di negoziati complicati sulle misure anti dumping la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio Ue hanno trovato un compromesso per accontentare sia i paesi del Nord, che volevano accogliere la richiesta della Cina che chiedeva che le venisse riconosciuto lo status di economia di mercato, sia quelli del Sud come Francia e Italia che invece vi si opponevano. Sul tema Wall Street Italia aveva intervistato Tiziana Beghin, Eurodeputata e membro della commissione Commercio internazionale del MoVimento 5 Stelle.
In autunno la Commissione aveva presentato una prima proposta di compromesso che eliminava del tutto la lista delle economie non di mercato (che conteneva la Cina), spostando l’attenzione sulle distorsioni di mercato in specifici settori, per qualsiasi paese dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).
La proposta era stata contestata dall’Italia che la riteneva equiparabile alla concessione dello status di economia di mercato alla Cina. Con le ultime modifiche concordate, alla Commissione spetterà il compito di preparare un rapporto per i paesi come la Cina responsabili di distorsioni significative, le quali verrano specificate; alle industrie Ue sarà sufficiente fare riferimento a quel documento, senza oneri addizionali.
Lisa Ferrarini, vicepresidente per l’Europa di Confindustria, ha salutato con favore il provvedimento, dicendo che “si sono limitati i danni”. “La proposta iniziale avrebbe regalato lo status di economia di mercato alla Cina, mettendo fuori mercato interi settori produttivi. Questo tentativo è stato sventato”.
Per il ministro Carlo Calenda meglio di così non si poteva sperare di ottenere. Matteo Richetti, il portavoce del PD, partito al governo, giudica l’intesa una decisione che “tutela e valorizza” i distretti industriali italiani. “Per quanto riguarda, in particolare, il mio territorio, si tratta di un’ottima notizia per i settori della ceramica, del tessile e della meccanica”, ha osservato.
“Vengono rafforzate le misure anti-dumping in materia di lavoro e protezione ambientale. L’Europa riconosce che le regole devono valere per tutti e, soprattutto, tutela e valorizza la qualità del made in Italy. Siamo soddisfatti del lavoro svolto, che avrà importanti ricadute per la nostra economia”.