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Intesa: utile 2014 a 1,7 miliardi, batte attese. Ma trimestre delude

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ROMA (WSI) – Intesa Sanpaolo ha chiuso il 2014 con un utile netto di 1,251 miliardi, in deciso miglioramento rispetto alla perdita di 4,55 miliardi del 2013. Escludendo l’aumento retroattivo della tassazione relativa alla partecipazione in Banca d’Italia, il risultato netto è stato di circa 1,7 miliardi, meglio di 1,5 miliardi attesi dal consensus.

Ai soci andranno 1,2 miliardi, esattamente dividendi di 7 centesimi di euro per le azioni ordinarie e 8,1 centesimi per le risparmio.

Per il gruppo “nel 2015 è attesa una crescita dei proventi operativi netti, favorita dalle commissioni nette, del risultato della gestione operativa e del risultato corrente al lordo delle imposte, con una riduzione del costo del rischio”.

Riguardo all’ultimo trimestre del 2014, la banca ha riportato un utile netto nei tre mesi terminati lo scorso 31 dicembre, di 48 milioni di euro, contro la perdita netta di 5,19 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente, quando la banca aveva svalutato diversi asset.

In questo caso il risultato ha deluso il consensus dal momento che, stando a quanto reso noto da FactSet, gli analisti avevano previsto per il quarto trimestre utili netti per 221 milioni di euro. Le stime di Bloomberg erano ancora più alte, pari a 261 milioni di euro.

Il fatturato è salito di quasi +5% su base annua a 4,12 miliardi, peggio delle attese di un valore di 16,9 miliardi di euro.

Aumento consistente dei costi, che sono saliti più del 7%, sulla scia dell’aumento +13% dei costi legati allo staff, che hanno incluso anche gli incentivi che non erano stati pagati nel 2013.

Di conseguenza, riporta il Financial Times, il ratio attentamente osservato dei costi sugli utili è balzato al 56,8%, a una percentuale “elevata per una banca che è orgogliosa per la riduzione dei suoi costi).

Il 2014 è stato caratterizzato comunque da un rafforzamento dei coefficienti patrimoniali, che già erano ampiamente superiori rispetto a quanto richiesto dlla normativa vigente. Considerati i dividendi maturati per l’esercizio, il Common Equity ratio pro-forma Basilea 3 a regime è cresciuto nel 2014 al 13,3% dal 12,3% di fine 2013, a livelli record tra le maggiori banche europee.

Il Common Equity ratio secondo i criteri transitori in vigore per il 2014 è stato pari al 13,6% rispetto all’11,9% pro-forma di fine 2013.

Le attività liquide ammontano a 97 miliardi. Elevata è anche la disponibilità di attivi stanziabili presso le Banche Centrali, corrispondenti a una liquidità di 63 miliardi, a fine 2014.

Rispettati già oggi – ha spiegato la banca in una nota – i requisiti di liquidità Liquidity Coverage Ratio e Net Stable Funding Ratio di Basilea 3, in largo anticipo sulla data prevista per l’entrata in vigore a regime (2018). La banca, seconda in Italia per valore degli asset, ha riportato – stando ai risultati degli stress test della Bce resi noti lo scorso autunno – un eccesso di capitale per 11 miliardi di euro.

Nel commentare i risultati della banca del 2014, il ceo Carlo Messina ha affermato che potrebbero essere riviste al rialzo le stime di Intesa sul Pil dell’Italia del 2015. “Nel 2015 proseguiremo a erogare credito in maniera rilevante a famiglie e imprese, 42 miliardi di erogazioni a medio lungo termine che rappresentano il nostro contributo al rilancio dell’economia reale. Stiamo assistendo ai primi segnali di ripresa e, grazie anche all’Expo, riteniamo sia possibile superare le previsioni di crescita del Pil del nostro Paese sin qui annunciate”.

Messina ha anche confermato che nel 2015 la banca “vedrà un ulteriore aumento dei ricavi e della gestione operativa e una riduzione significativa del costo del rischio: l’obiettivo di 2 miliardi di dividendi è pienamente confermato”.

Il team di analisti di Credit Suisse ha un giudizio di Outperform sui titoli del gruppo, con un target price di 2,8 euro. “Ci aspettiamo che nel quarto trimestre la banca registri profitti netti per 90 milioni di euro. Questo perché i ricavi stabili a circa 4,2 miliardi di euro saranno quasi completamente assorbiti dalle alte spese operative (2,2 miliardi) e dagli accantonamenti (1,46 miliardi)”, avevano scritto alla vigilia della pubblicazione dei conti fiscali.

Kepler Chevreux, invece, ritiene che la banca guidata da Carlo Messina meriti un rating di Buy, con prezzo obiettivo pari a 2,8 euro. “Non abbiamo dubbi sul fatto che la banca distribuisca un miliardo di dividendi (che si traduce in una cedola di 0,06 euro per azione), con un payout del 68%”.