Società

Inversione sangue nei topi, scoperta la via per ringiovanire

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NEW YORK (WSI) – Dei nuovi studi, condotti da alcuni ricercatori dell’Harvard Stem Cell Institute insieme a quelli della Stanford University e della University of California a San Francisco, avrebbero dimostrato come il sangue dei topi giovani una volta iniettato nel sistema circolatorio di quelli più anziani avrebbe su di questi un effetto di ringiovanimento.

Il Washington Post che riporta la notizia, ha spiegato come i ricercatori hanno trovato notevoli miglioramenti nei muscoli e nel cervello dei topi più anziani. Dopo quattro settimane le cellule staminali in entrambe queste aree avevano infatti ottenuto una spinta nelle attività, producendo neuroni e tessuto muscolare.

Hanno inoltre scoperto come per i topi più giovani invece, iniettando nel loro corpo il sangue di quelli più anziani, li avrebbe portati ad avere un invecchiamento precoce.

La domanda che gli scienziati si sono posti è se la stessa tecnica si possa applicare agli esseri umani e quali possano essere le conseguenze. Tony Wyss-Coray, neuroscienziato, pensa che: “al momento non si può fare nulla per i pazienti che hanno, ad esempio, l’Alzheimer, Però in futuro non si sa. I topi giovani usati nell’esperimento erano paragonabili a ragazzi sui vent’anni, il che vuol dire che in futuro con un ulteriore spinta nella ricerca si potrebbe arrivare anche alla cura di diverse malattie utilizzando questa tecnica”.

Judith Campisi, biochimica presso l’Istituto Buck per la Ricerca sull’Invecchiamento ha dichiarato: “Se capiamo i processi di invecchiamento nel dettaglio, possiamo cominciare ad affrontare i meccanismi alla base piuttosto che trattare una malattia alla volta”.

Siamo però ancora agli albori di questo nuovo studio, in quanto il processo di invecchiamento è un settore in cui la conoscenza scientifica è ancora molto confusa.

Le funzioni degli organi, le capacità cognitive e l’attività delle cellule staminali, sia nei topi che nelle persone, non sono ancora esattamente chiare. Il corpo quando invecchia diventa sempre più vulnerabile alle malattie e anche gli organi sani anziani non potranno mai essere ciò che erano una volta. Per il momento.

AAlmeno una startup farmaceutica, la Alkahest, ha intenzione di intraprendere il più presto possibile degli studi sugli esseri umani, in particolare su pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, le cui capacità cognitive saranno valutate prima e dopo il trattamento.