Invesco: Gli investitori sovrani ridefiniscono i portafogli dopo un anno di rendimenti negativi
Negli ultimi anni, gli investitori sovrani si sono trovati di fronte a un nuovo contesto macroeconomico caratterizzato da un’inflazione rigida e da un aumento del rischio geopolitico e climatico. Il rapido aumento dei tassi d’interesse e la brusca correzione dei prezzi degli asset quotati hanno portato la maggior parte dei fondi sovrani a registrare rendimenti negativi nel 2022. Questa situazione ha spinto gli investitori sovrani a rivedere radicalmente i propri portafogli al fine di adattarsi a un ambiente finanziario in rapida evoluzione.
Secondo l’undicesima edizione dell’Invesco Global Sovereign Asset Management Study, basata sulle opinioni di 142 Chief Investment Officer, Responsabili di asset class e Senior Portfolio Strategist di 85 fondi sovrani e 57 Banche Centrali, i fondi sovrani gestiscono complessivamente asset per 21.000 miliardi di dollari. Questo studio rappresenta il principale indicatore dell’attività degli investitori sovrani e offre un’analisi dettagliata dei cambiamenti nelle loro strategie di investimento.
Rivalutazione del reddito fisso
Rivalutare il reddito fisso è uno dei principali punti focali per gli investitori sovrani. Nonostante il reddito fisso sia considerato una delle asset class più sicure, la sua incapacità di proteggere i portafogli dalla correzione dei prezzi degli asset del 2022 ha portato a una revisione delle strategie di investimento. Gli investitori sovrani ora privilegiano un approccio più attivo e tattico, creando valore attraverso un ribilanciamento attivo tra i diversi segmenti del reddito fisso e utilizzando una vasta gamma di strategie, analogamente alle azioni quotate. I segmenti alternativi del reddito fisso, come il credito privato, l’high yield e il debito infrastrutturale, sono considerati opzioni più interessanti.
Il credito privato è stato storicamente classificato come private equity da molti investitori sovrani, ma ora è diventato una asset class separata, gestita da team di investimento dedicati. Gli investitori sono stati attratti dai profili di rischio-rendimento favorevoli dei fondi di credito privato, dai livelli di liquidità elevati, dalla trasparenza delle partecipazioni e dai buoni livelli di diversificazione all’interno dei fondi. Questi fattori hanno contribuito a far emergere il credito privato come un’opzione interessante per gli investitori sovrani.
“Sebbene i rendimenti medi nel 2022 siano stati negativi, i risultati sono stati caratterizzati da una notevole variabilità”, ha dichiarato Rod Ringrow, Head of Official Institutions di Invesco.
“I migliori risultati sono stati quelli che hanno riconosciuto i rischi posti dai prezzi gonfiati degli asset e sono stati disposti ad apportare modifiche sostanziali al portafoglio. La lezione chiave del 2022 è stata che i sovrani devono essere pronti a dimostrare una maggiore flessibilità e reattività alle condizioni di mercato”.
Interesse crescente per i mercati emergenti
L’interesse per i mercati emergenti è in crescita tra gli investitori sovrani. Con l’aumento dei tassi di interesse, molti investitori hanno iniziato a considerare i mercati emergenti come un’opportunità per ottenere rendimenti migliori. I principali mercati emergenti sono stati ritenuti più resilienti e stabili rispetto ai mercati sviluppati. Inoltre, il 71% degli investitori sovrani prevede che nei prossimi tre anni i mercati emergenti eguaglieranno o miglioreranno la performance dei mercati sviluppati. Questo ha portato molti investitori sovrani a incrementare le loro allocazioni nei mercati emergenti, con particolare attenzione all’Asia-Pacifico emergente e all’India.
Un approccio più selettivo agli asset privati
Gli asset privati continuano ad essere di interesse per gli investitori sovrani, con le infrastrutture che sono considerate l’asset class più interessante per i prossimi cinque anni. Tuttavia, la correzione dei prezzi degli asset nel 2022 ha reso gli investitori più selettivi nella scelta delle opportunità di investimento. Gli investitori sovrani sono ora più cauti riguardo alle operazioni ad alta leva finanziaria e cercano strutture di debito più attraenti. L’immobiliare è attualmente percepito come il segmento di asset privati meno attraente, mentre l’interesse per il private equity rimane stabile.
“Nonostante le sfide, per molti soggetti sovrani l’economia globale rimane fondamentalmente solida e i rendimenti attesi per tutte le asset class sono superiori a quelli degli ultimi anni”, ha dichiarato Ringrow.