Per un risparmiatore italiano che abbia trovato il coraggio di togliere un po’ di liquidità dal portafoglio e investirla su un piano difensivo, Altroconsumo Finanza consiglia di adottare una strategia con il 15% di azioni e l’85% di obbligazioni.
Negli ultimi dieci anni ha permesso ritorni da investimento annuali superiori al 7% (7,12%), una percentuale non lontana quindi dalle rendite ottenute con i piani per investitori più aggressivi. Le soluzioni per l’investitore “dinamico” (75% di azioni e il resto in Bond) e per quello “equilibrato” (50% per entrambe le voci azionario e obbligazionario) hanno fruttato il 9,04% e l’8,93% rispettivamente nello stesso arco di tempo. La differenza è poca.
Alla lunga portafoglio “difensivo” batte il benchmark
Nonostante i tassi di interesse zero nell’ultimo decennio e la performance molto deludente degli ultimi dodici mesi (-0,27% contro il +8,36% del benchmark), per chi ha collocato 30.000 euro, investimento difensivo ha fruttato 59.679 euro, quasi undici mila euro in meno del piano per gli investitori “equilibrati” (70.566 euro) e neanche dodici mila di differenza rispetto al piano “dinamico” (71.543 euro).
Con i rendimenti destinati ad aumentare in area euro dal 2020, l’obbligazionario dovrebbe fruttare di più rispetto all’ultimo decennio. Guardando alla performance passata del portafoglio (vedi grafico), si scopre che il rendimento nell’ultimo mese è stato dell’1,52% contro l’1,53% del benchmark. A breve la performance è debole. In tre mesi è stato del 3,61% meno del 5,04%, in sei mesi dello 0,21% (contro il 5,02%).
Ma in un orizzonte di medio lungo termine la prova è stata migliore quasi sempre: il rendimento annuo degli ultimi tre anni è del 4,03% (contro il 3,72%), mentre a dieci anni è del 7,12% contro il 5,97%. Il rendimento annuo degli ultimi cinque anni è invece più basso rispetto al benchmark (4,82% e non 5,78%).