Investimenti e nuove tecnologie: dall’intelligenza artificiale al machine learning
di Sandra Riccio
Non solo nuovi clienti. Le società di investimento guardano all’intelligenza artificiale e al machine learning anche per migliorare margini e performance in Borsa
L’industria dell’investment management è attraversata da importanti e profondi cambiamenti. Le nuove tecnologie, l’arrivo sul mercato di nuovi strumenti d’investimento a costi più bassi e la revisione della regolamentazione, hanno messo sotto pressione l’intero settore che adesso guarda al 2019 come l’anno della svolta. In particolare, i prossimi mesi potrebbero far emergere quelle innovazioni tecnologiche coltivate da tempo soprattutto dalle società più giovani.
Le realtà tradizionali, affermate da decenni e leader del mercato, guardano all’arrivo di queste novità ‘distruttive’ con timore ma allo stesso tempo sono attente alle possibili opportunità. La posta in gioco è alta e riguarda la sopravvivenza futura di molte realtà del comparto.
Il bisogno di tecnologia
L’obiettivo degli investment managers è anche di riuscire a conquistare i clienti del futuro, in particolare quelli appartenenti alla generazione dei Millennials (i figli dei baby boomers, nati dopo il 1980) e alla generazione Z (i nati tra il 1995 e il 2010). Secondo le stime, il bacino dei Millennials ammonterebbe da solo a 15 mila miliardi di dollari, negli Stati Uniti, nei prossimi 15-20 anni.
In questo contesto di grandi sfide, le principali parole d’ordine sono Intelligenza artificiale (Ia) e machine learning (Ml). Si tratta di aspetti che sono sotto i riflettori in questo particolare momento storico. Questi temi sono stati affrontati il 6 febbraio dal Deloitte Fintech Team durante il workshop dal titolo “What innovation really means in asset management” organizzato presso la sede della società in via Tortona 25, a Milano.
Un’occasione in quanto si è trattato del primo appuntamento nato da un accordo di collaborazione eventi tra Deloitte e Siat, l’Associazione italiana degli analisti tecnici dei mercati finanziari. Una collaborazione che è stata creata al fine di esplorare il momento di maturità dell’innovazione nel settore dell’investment management, sia buy-side sia sell-side. Tra i relatori ci saranno diversi protagonisti dell’industria: da Banca Generali, ad Amundi, fino a Pictet.
“Il contesto è particolare – spiega Paolo Gianturco, senior partner di Deloitte – responsabile FinTech -. Le case di investimento hanno sì beneficiato della più duratura fase di mercato Toro dal dopoguerra a oggi. Tuttavia hanno anche dovuto confrontarsi con commissioni e margini in riduzione. Per riuscire a reggere e a tenere testa a questo momento storico, il contributo decisivo è arrivato dall’innovazione tecnologica”.
Margini operativi in salita per chi usa le tecnologie
Uno studio di Deloitte evidenzia che le grandi case d’investimento hanno sfruttato le proprie dimensioni per migliorare la propria profittabilità abbassando i costi dei prodotti offerti alla propria clientela. Questo risultato è stato ottenuto grazie agli investimenti in nuove tecnologie, come Intelligenza artificiale (Ia) e Machine learning (Ml), che hanno permesso di migliorare i processi interni e l’efficienza dell’analisi sugli investimenti. In questo modo sono state liberate risorse che sono stati poi impiegate in altri ambiti di attività più redditizi.
I numeri dello studio parlano di un incremento dei margini operativi del 35% dal 2014 al 2017 per le più grandi società di investimento a livello globale (oltre 95 gestori per un totale di 35 mila miliardi di dollari di asset gestiti). Si tratta di quattro punti percentuali in più rispetto ai competitor con dimensioni più ridotte.
Dove viene usata la tecnologia
Molti sono gli ambiti di applicazione delle nuove tecnologie.
“L’Intelligenza artificiale, per esempio, viene utilizzata nella comprensione dei modelli di mercato e nelle decisioni di investimento – spiega Paolo Gianturco -. Ma offre un uso promettente anche nei servizi di consulenza patrimoniale perché permette di costruire portafogli personalizzati e di digitalizzare sempre di più il servizio alla clientela”.
Morgan Stanley, tra i colossi globali nell’investment management, sta adattando i propri algoritmi di machine learning alle analisi predittiva. In questo modo si propone di aiutare i suoi 16.000 consulenti finanziari nei servizi alla clientela. Si tratta di passaggi che migliorano l’efficienza delle realtà di investimento. Per guidare i processi di crescita nel nuovo anno, le società attive nell’investment management dovrebbero investire maggiormente nel data storage e nell’analisi dei dati.
“Permettono di migliorare il servizio e di conquistare nuova clientela ma è dimostrato che sono anche un elemento di differenziazione per la generazione di alfa”
conclude Paolo Gianturco. In questo modo a guadagnarci sono anche le performance sul mercato.