Mercati

I 5 errori che gli investitori facoltosi riescono sempre a evitare

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Quando si investe, evitare gli errori più grossolani richiede il rispetto di poche regole auree. Si tratta di principi di fondo condivisi da tutti gli esperti del settore che spesso vengono ribaditi all’infinito. E questo proprio perché, puntualmente, l’istinto porta gli investitori a cadere nelle stesse trappole. L’emittente americana Cnbc ha riassunto i 5 principali errori degli investitori (e che “i ricchi non commettono mai”).

I 5 errori che gli investitori facoltosi evitano

Non diversificare

Mettere tutte le uova nello stesso paniere amplifica i rischi e non permette una corretta gestione del risparmio. Se l’obiettivo non è “scommettere” piccole somme, ma puntare a un rendimento più affidabile nel tempo è necessario bilanciare il proprio portafogli in classi di attività differenti (azioni, obbligazioni, valute, materie prime, immobili, eccetera) puntando su settori variegati. In questo modo, quando alcune classi di attività come le azioni vanno male, la perdita potrà essere compensata da altri investimenti che tendono ad andare bene nelle medesime circostanze.

Investire spinti dalla moda del momento

La paura di mancare l’investimento del secolo e la tendenza a farsi influenzare dalle ultime mode può produrre errori clamorosi. Chi si è scottato con il Bitcoin, ad esempio, lo sa bene. Quando si cavalca un trend ci si assume grandi rischi. Per questo la maggioranza degli esperti, nel momento della Bitcoin-mania avevano suggerito prudenza e di investire, al più, somme che ci si può permettere di perdere interamente. Molto meglio investire in titoli con i quali si ha familiarità, come da sempre insegna il multi miliardario Warren Buffett. Raramente cavalcare l’euforia di una bolla che si gonfia è una buona idea.

Non avere piani a lungo termine

L’investitore facoltoso è meno interessato ai guadagni di breve periodo e punta a creare ricchezza con lungimiranza. Pianificare per i prossimi decenni è un esercizio che aiuta investire con degli obiettivi in mente e a rapportarsi in modo più lucido alla sfida.

Farsi prendere dal panico

Quando a monte si sono già commessi gravi errori, come una scarsa diversificazione dettata da logiche di breve termine, resistere alle intemperie dei mercati può essere quasi impossibile. Se i titoli crollano, vendere “concretizza” la perdita: per questo disporre di sufficiente liquidità per affrontare il mercato “orso” è fondamentale. Essere costretti a vendere nel momento sbagliato, perché non esistono alternative, è una situazione da evitare. Quando lo spettro del mercato ribassista si avvicina, infatti, l’allocazione del portafoglio dei gestori tende a privilegiare il contante, così da poter approfittare del ribasso dei titoli e acquistare a prezzi convenienti.

Fare tutto da soli

I possessori di grandi patrimoni raramente gestiscono tutto in proprio: un “buon consulente”, inoltre, “è anche un modo per mitigare lo stress” ha dichiarato Ivory Johnson, fondatore di Delancey Wealth Management. Un financial planner permette di ridurre i rischi –  e le perdite quando i mercati soffrono. Il prezzo da pagare per questa esperienza viene spesso più che bilanciato nel lungo periodo.

Le strategie dei 5 più famosi investitori facoltosi

Warren Buffett

La strategia di investimento di Warren Buffett è, per sua stessa ammissione, “85% Graham e 15% Fisher”. Buffett è stato allievo di Benjamin Graham (il padre del “value investing”) alla Columbia Business School, dove ha imparato dal proprio professore la tecnica di investimento basata sulla individuazione di tre componenti: il valore degli asset, il valore dei margini allo stato attuale delle cose e il valore della crescita attesa.

Fisher era uno strenuo difensore dell’investimento di lungo periodo e consigliava agli investitori di mantenere le azioni fino a quando non si presentasse un cambiamento nei fondamentali, o fino a quando la società non fosse cresciuta fino a un punto oltre il quale non era possibile crescere più velocemente dell’economia in generale.

Ray Dalio

La strategia di investimento di Ray Dalio, il fondatore della Bridgewater Associates (di cui ha lasciato il timone nell’ottobre 2022) è basata anzitutto sulla comprensione dei cicli economici che influenzano i mercati finanziari.  Un altro principio importante nella strategia di Dalio è la diversificazione degli investimenti.

Dalio inoltre utilizza un approccio di “ricerca approfondita” per individuare opportunità di investimento e adotta una gestione attiva del portafoglio. Egli è noto per essere un investitore prudente, in grado di ridurre l’esposizione al rischio durante periodi di incertezza e di trarre vantaggio dalle opportunità offerte dai mercati finanziari. Il suo approccio si basa su una combinazione di analisi quantitative e qualitative per prendere decisioni di investimento informate e basate su evidenze.

George Soros

La strategia di Soros si basa quindi sull’identificazione di momenti in cui vi è una discrepanza tra il valore intrinseco di un asset e il suo prezzo di mercato. Una volta identificata questo divario, Soros investe utilizzando una serie di strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, valute e derivati per guadagnare dai movimenti dei prezzi.

Soros è noto anche per la sua capacità di anticipare i cambiamenti economici e politici. Ad esempio,ha guadagnato miliardi di dollari nel 1992 speculando contro la sterlina britannica, anticipando la crisi economica che avrebbe colpito il Regno Unito.

Inoltre, Soros ha adottato una strategia basata sulla teoria della conoscenza di Karl Popper. Secondo questa strategia, Soros si impegna attivamente a mettere in discussione le sue convinzioni e ad adattarsi alle nuove informazioni e ai cambiamenti di scenario. Questo lo ha aiutato a rimanere flessibile e adattabile nel corso del tempo.

John Bogle

Bogle, scomparso nel 2019, ha fondato la società di fondi comuni di investimento Vanguard nel 1974 e nel 1976 ha introdotto il primo fondo indicizzato, Vanguard 500. La sua filosofia d’investimento è nota come “buy and hold” o “invest and forget”. Questo approccio mira a minimizzare i costi di investimento e a ottenere rendimenti a lungo termine, senza cercare di battere il mercato. Il presupposto è che  la maggior parte degli investitori non riesce ad ottenere risultati migliori del mercato nel lungo periodo, quindi è più conveniente seguire un approccio passivo che replica gli indici di mercato anziché cercare di selezionare singole azioni o scommettere su fondi gestiti attivamente.

Bogle ha sottolineato l’importanza di minimizzare i costi di investimento, come le commissioni di intermediazione e le spese di gestione dei fondi comuni di investimento.

Carl Icahn

La strategia di Carl Icahn si basa principalmente su tre pilastri principali: l’acquisto e la vendita di azioni, l’utilizzo dell’attivismo per influenzare il management delle società in cui investe e l’uso della leva finanziaria.

Per quanto riguarda l’acquisto e la vendita di azioni, Icahn tende ad acquistare azioni di società che considera essere sottovalutate dal mercato.

Come investitore attivista, cerca di influenzare il management e la strategia dell’azienda per migliorare le performance.

Infine, Icahn utilizza anche la leva finanziaria per aumentare il rendimento degli investimenti, sebbene ciò comporti anche un maggior rischio nel caso di perdite.