L’AI può giocare un ruolo davvero disruptive anche nel mondo degli investimenti. La conferma arriva dal fondo lanciato da Jupiter AM, di cui ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni Amadeo Alentorn, gestore del Jupiter Merian Global Equity Absolute Return Fund.
La strategia Jupiter Merian Global Equity Absolute Return sfrutta l’IA per guidare l’asset allocation. Quali sono i principali vantaggi di questo approccio rispetto alla gestione tradizionale?
“Grazie allo sviluppo del panorama dell’IA negli ultimi anni, siamo stati in grado di incorporare alcune solide tecniche dell’intelligenza artificiale nel nostro modello sistematico. Ad esempio, utilizziamo l’elaborazione del linguaggio naturale per analizzare approfonditamente migliaia di trascrizioni delle conference call aziendali con un clic. Più entusiasmante ancora, possiamo utilizzare questa analisi per comprendere il “sentiment” o la “sensibilità” del top management, ad esempio, quanto quest’ultimi sono sinceri. Quando il fondo è stato lanciato 15 anni fa, sarebbe stato impensabile fare affidamento su un computer per riconoscere le emozioni umane nel linguaggio. Oggi siamo in grado di farlo in modo molto efficace. Investire nel mercato azionario attraverso una lente quantitativa ci ha fornito intuizioni inestimabili sul comportamento umano e sulla psicologia degli investitori. I bias emotivi e cognitivi sono radicati nella biologia umana e influenzano le decisioni che prendiamo, e questi stessi bias si riflettono nei mercati finanziari. Si tratta di comportamenti ben documentati, come l’effetto gregge (quando gli investitori si muovono collettivamente verso determinati titoli, specialmente in tempi di incertezza) o il cosiddetto confirmation bias (dare priorità alle informazioni che supportano il proprio punto di vista) che possono ostacolare il processo decisionale razionale. Il nostro approccio attivo e quantitativo non solo evita questi ostacoli, ma se ne avvantaggia in caso di inefficienze di mercato, sviluppando un processo di investimento disciplinato e imparziale. Il modello sistematico consente anche un’analisi approfondita che un gestore tradizionale non potrebbe raggiungere fisicamente. Il nostro modello, ad esempio, analizza ogni mattina 7.000 titoli, un’impresa non da poco! Questo ci consente di accedere all’intero spettro di capitalizzazione di mercato, anche per quei titoli che hanno una copertura analitica limitata”.
In un contesto di alta volatilità e incertezza globale, come il vostro fondo riesce a perseguire rendimenti assoluti? Quali sono le principali sfide e opportunità future che vede per i mercati azionari?
“Il nostro approccio cerca specificamente di costruire un portafoglio composto da un gran numero di posizioni long e short (circa 800 in totale), ogni posizione rappresenta un peso molto piccolo nel portafoglio complessivo. Piuttosto che fare una grande scommessa su un singolo titolo, il nostro obiettivo è utilizzare ogni piccola posizione per costruire esposizione alle inefficienze di mercato. Ribilanciamo il fondo ogni giorno, garantendo che il beta venga resettato a zero, in modo che il fondo non sia esposto alla volatilità del mercato azionario più ampio. Soprattutto in tempi di incertezza, la nostra vera diversificazione ci aiuta a generare ritorni indipendentemente da ciò che sta accadendo intorno a noi. Nel 2025, ci aspettiamo che i mercati azionari globali continuino a operare con un’alta concentrazione sugli indici (i cinque maggiori titoli rappresentano quasi il 20% dell’MSCI World) e valutazioni elevate (il rapporto PE di Shiller è circa il doppio della sua media storica). Questo contesto ha funzionato bene per gli investitori passivi quest’anno, ma c’è crescente preoccupazione su quanto ancora possa continuare ad essere redditizio. Se i ritorni del mercato si diversificano nel 2025 (cioè i titoli tech a grande capitalizzazione non guideranno più esclusivamente i ritorni del mercato), crediamo che gli investitori attivi saranno ben posizionati per trarne beneficio”.
Lei ha una solida esperienza nell’asset management. Come ritiene che l’evoluzione tecnologica influenzerà le strategie di investimento nei prossimi anni?
“Recentemente abbiamo assistito a un’esplosione di tecnologie come ChatGPT, che ha portato la tecnologia nelle mani di tutti, permettendo a una persona comune di estrarre intuizioni da grandi quantità di dati. Ovviamente, questo è un avanzamento tecnologico potente, ma quanto tempo ci vorrà affinché gli investitori implementino efficacemente questa tecnologia nel processo di investimento? Noi utilizziamo con successo tecniche quantitative da 15 anni e solo recentemente abbiamo visto l’ascesa di strategie di investimento più “quantamental“, che combinano l’analisi dei dati statistici con i metodi tradizionali di analisi fondamentale. Sebbene crediamo che la tecnologia possa aiutare a far evolvere le strategie di investimento, la realtà è che potrebbe richiedere più tempo di quanto ci si aspetti”.