Anche sui mercati è tempo di bilanci per questo 2023 sulla via della conclusione e David Docherty, direttore degli investimenti tematici di Schroders, ha voluto rimarcare il continuo interesse del suo comparto di riferimento se vengono rispettate alcune regole nella scelta dell’universo investibile, rispondendo alle accuse di chi considerava gli investimenti tematici già sulla via del tramonto a causa di alcune performance poco entusiasmanti registrate nell’anno in corso.
Il 2023 infatti, nonostante il persistere di innumerevoli fattori di rischio, tra cui i principali inflazione vischiosa, rialzi dei tassi e crisi geopolitiche, non è riuscito a interrompere la spirale ascendente degli investimenti tematici, tanto che al 1° luglio 2023, secondo i dati di Goldman Sachs, gli asset in gestione del comparto tematico a livello globale ammontavano a 400 miliardi di dollari, con un aumento dell’11% rispetto alla fine dello scorso anno. Questo incremento ha interessato sì la maggior parte dei fondi tematici, focalizzati soprattutto sull’economia e sull’innovazione digitale, ma con alcune eccezioni, legate ad esempio ai temi delle energie rinnovabili e dell’invecchiamento della popolazione (fotografia dei vari indici tematici MSCI ACWI IMI).
Un’eterogeneità che ha contraddistinto anche il mercato in generale: basti pensare che le performance da inizio anno dei principali indici azionari americani si discostano anche di dieci punti percentuali l’una dall’altra. Queste differenze hanno fatto dubitare anche i sostenitori degli investimenti tematici più convinti, portandoli a domandarsi se la narrativa non penalizzi il rendimento e un’analisi obiettiva delle prospettive future, in quanto, al momento del lancio, il tema potrebbe essere già stato esaurito o essere una moda passeggera di breve termine scambiata per crescita secolare a più lungo termine.
In difesa del comparto “tematici”, l’Investment Director di Schroders ricorda come gli investimenti tematici richiedano disciplina per riuscire a individuare temi d’investimento potenti e di lungo periodo.
I temi più forti degli investimenti tematici
“A tal fine, riteniamo che sia essenziale lavorare all’interno di una cornice più ampia. Al centro c’è la nostra idea che i temi più forti siano quelli in cui l’ingegno umano stimola l’innovazione per affrontare gli squilibri globali. Questi squilibri possono essere tra le persone e il pianeta, o tra la domanda e l’offerta nei singoli settori. Riteniamo che questo approccio sia fondamentale per dare priorità agli aspetti strutturali rispetto a quelli congiunturali e di moda”, ha precisato Docherty.
Le opportunità nelle aziende sottovalutate dal mercato
Secondo il manager della casa di investimento londinese, deve inoltre esserci spazio di rialzo per evitare di pagare troppo i titoli: una volta individuata l’attrattiva fondamentale di un tema, è necessario identificare le potenziali società in cui investire e formulare un giudizio sulle loro prospettive e valutazioni prevalenti, compreso l’andamento del prezzo delle azioni. Ciò è fondamentale per contrastare l’eccesso di esuberanza che alcuni osservatori temono.
Gestione attiva per la scelta dell’universo d’investimento tematico e dei titoli in portafoglio
È qui che la gestione attiva diventa cruciale: quando si tratta di temi, l’investimento attivo non riguarda solo la selezione dei titoli in portafoglio. È anche fondamentale adottare un approccio attivo nella costruzione dell’universo d’investimento tematico, che deve essere sufficientemente ampio da consentire al gestore di portafoglio di navigare in un tema in evoluzione, pur essendo sufficientemente ristretto da garantire l’esposizione precisa al tema ricercato dal cliente. Trovare questo equilibrio è fondamentale affinché la strategia d’investimento abbia l’autenticità richiesta dai gestori di portafoglio e dagli investitori finali.
Ad esempio, in Schroders sono giunti alla conclusione che la robotica non poteva essere un tema a sé stante. Esiste solo un piccolo numero di aziende dedicate alla produzione di robot e il team di investimento ritiene che non sia sufficiente a formare un universo d’investimento, anche se si includono le aziende fornitrici. Ritiene invece che l’automazione sia un potente sottotema all’interno di una più ampia strategia di produzione smart e ha preferito questo a un tema specifico sulla robotica.
Esempio inverso è invece quello della transizione energetica, tema che abbraccia una catena del valore che va dai parchi eolici ai contatori smart, con un’esposizione ai settori dei consumatori, dell’industria e delle utility. O il tema del cibo e dell’acqua sostenibili, che si estende dal campo alla tavola, con opportunità in diversi sottotemi che affrontano l’imperativo a lungo termine di fornire cibo e acqua in modo ecologico a una popolazione mondiale in crescita.
Anche all’interno di un universo d’investimento accuratamente costruito, un approccio attivo alla selezione dei titoli rimane essenziale. Può fornire un’esposizione significativa e superiore all’indice alle società quando un tema si sta sviluppando e quando si ritiene che le prospettive di queste aziende siano sottovalutate dai prezzi azionari. Seguendo un approccio attivo, i gestori possono anche evitare le grandi componenti dell’indice che potrebbero essere diventate costose e “sovradimensionate” man mano che un tema matura. Gli investitori attivi hanno la flessibilità di allocare il capitale ai titoli che ritengono abbiano le migliori prospettive e il maggior rialzo potenziale in termini del prezzo delle azioni. Al contrario, l’investimento passivo è poco flessibile e molto meno capace di ottenere un’esposizione adeguata alle opportunità di investimento emergenti in temi in evoluzione. Un approccio attivo consente inoltre di portare avanti un’attività di engagement con le società in cui si investe per individuare e affrontare i potenziali rischi di sostenibilità.