New York – La correlazione tra l’indice S&P 500 e i titoli scambiati su di esso non è stata mai così elevata: gli ultimi dati parlano infatti di un valore che si avvicina sempre di più alla parità e che viaggia a quota 0,73.
Questo rapporto, che ha come riferimento un range compreso tra -1 a 1, indica quanto ci si può attendere che un’azione cambi, relativamente ai mutamenti che interessano l’indice su cui è scambiata, quindi in questo caso lo S&P 500. Il numero è decisamente più alto rispetto allo 0,44 precedente al mese di agosto e indica che le società che sono quotate sull’indice non sono più così indipendenti come lo erano prima, rispetto alle variazioni che interessano il listino stesso.
Ci troviamo insomma in quella situazione in cui “la performance dello S&P 500 si porta con sé anche quella dei titoli azionari specifici” e in cui le variazioni delle azioni sono sempre più slegate dai fondamentali delle aziende relative.
Questo è il motivo per cui sta prendendo sempre più piede una strategia di cui poco si è sentito parlare negli ultimi giorni, ma che è sempre più popolare: è quella che porta il nome di “Basket Trading” e che molti fondi di investimento stanno adottando.
In cosa consiste il Basket Trading? Si tratta di un particolare tipo di trading che porta i fondi ad acquistare, scambiare, vendere, grandi gruppi di azioni, senza considerare le azioni singole stesse. I più grandi “utilizzatori” di questa startegia sono gli ETF, che stanno diventando sempre più noti. Tali ETF permettono di fatto agli investitori di scambiare indici interi, come appunto lo S&P 500, o comparti come quello degli smart-phone, dell’energia pulita e tanti altri ancora.
Certo, ignorare i fondamentali delle azioni, e trovare alla fine un’associazione tra azioni dotate di forti fondamentali con quelle che invece sono strutturalmente deboli, aumenta la volatilità sui mercati. Eppure è proprio l’adozione di questo tipo di trading a essere diventato in poco tempo la norma.