Con l’avvio del recovery plan europeo le infrastrutture sono tornate di stretta attualità. Per capire quale opportunità di investimento offre questo settore, ne abbiamo parlato con Giampaolo Giannelli, vice president della società di gestione Nuveen.
Perché è interessante investire nel settore delle infrastrutture?
L’investimento in infrastrutture è caratterizzato in primis da una stabilità di rendimento che ne fa un asset class ideale per la diversificazione del portafoglio, soprattutto in periodi caratterizzati da forte volatilità. Alla costanza del rendimento anno su anno si aggiunge poi una componente di apprezzamento del capitale che proviene dalla vendita degli asset stessi.
Si tratta inoltre di un’asset class che presenta in questa fase opportunità interessanti connesse al finanziamento dei nuovi progetti per la transizione energetica. Su questo fronte stiamo assistendo a un’importante mobilitazione di risorse, pubbliche e private, in uno scenario energetico che sarà sempre di più dominato dalle fonti rinnovabili. Già oggi le installazioni di infrastrutture per le rinnovabili superano quelle per i combustibili fossili, ed anche i costi sono divenuti molto competitivi: ad esempio, il costo del solare fotovoltaico è diminuito del 90% in 12 anni e le energie rinnovabili ora costano meno del carbone e del nucleare.
Storicamente che tipo di performance ha messo a segno questa asset class?
Le infrastrutture e gli asset reali privati sono uno strumento importante per gli investitori a lungo termine, per contribuire a mitigare il rischio seguendo l’emergere di temi fondamentali, come la transizione energetica, le telecomunicazioni e i dati, e la tecnologia digitale. Gli investitori hanno a disposizione sia strategie focalizzate sui mercati pubblici che su quelli mercati privati.
A titolo di esempio, UCITS Nuveen Global Infrastructure Fund, che investe in infrastrutture pubbliche, ha avuto un rendimento annualizzato del 9,23% negli ultimi 3 anni e del 7,72 % negli ultimi 5 anni (fonte Morningstar 05.05.22). D’altra parte, guardando agli investimenti in “infrastrutture clean energy” nei mercati privati, possiamo parlare di rendimenti a doppia cifra, fra il 10 e il 15% IRR negli equity e fra il 7 e il 10% IRR nel debito.
Con una prospettiva di più ampio respiro, abbiamo rilevato delle similarità tra l’andamento delle performance delle infrastrutture, quotate e private, e dell’immobiliare, anche in questo caso quotato e privato.
Cosa mettete a disposizione dei clienti in questo particolare momento storico caratterizzato da inflazione e volatilità dei mercati?
Uno degli aspetti più interessanti dell’investimento in infrastrutture e negli asset reali, come i terreni agricoli, le foreste o l’immobiliare, è la capacità di resilienza in periodi di inflazione. Sono asset che hanno storicamente profili molto stabili a causa della natura essenziale del bene sottostante. Nuveen in particolare suggerisce agli investitori di optare per una diversificazione del portafoglio non solo tra le asset class primarie, ma all’interno delle asset class, comprendendo un mix fra titoli quotati di asset infrastrutturali e investimenti diretti in infrastrutture e asset reali.
Nuveen in particolare offre un’ampia gamma di soluzioni d’investimento, sia in equity che in debito, anche con focalizzazione specifica sul continente europeo. Per esempio è possibile investire in Infrastrutture e in asset reali attraverso i fondi UCITS, come il Nuveen Global Infrastructure Fund, e le strategie riservate a investitori istituzionali, come Glennmont Clean Energy Strategy IV, Nuveen Energy Transition Enhanced Credit Strategy II e Nuveen Global Farmland.