Fuga dall’ azionario, gli investitori sembrano voler andare tutti cash. E l’impressione è suffragata dai dati di un recente sondaggio di Bank of America, da cui risulta che la quota di liquidità detenuta in media dai gestori dei fondi, nel mese di ottobre, è stata pari al 5,8%, al record dal 2001. La società Investment Company Institute ha poi comunicato che i fondi azionari con sede negli Stati Uniti hanno sofferto un’emorragia di ben $16,3 miliardi, al ritmo più forte dall’agosto del 2011.
Il successo del cash si spiega con la presenza di diversi elementi di incertezza. Tra questi, spiccano i timori sui Treasuries Usa, in vista di un rialzo dei tassi di interesse Usa da parte della Fed considerato sempre più imminente. C’è poi attesa per l’esito dell’ Election Day, così come è ben avvertito il fatto che il mercato toro ha compiuto otto anni, a fronte di una economia, quella americana, che presenta diversi lati oscuri.
Gli investitori che vogliono rifugiarsi nel cash, tuttavia, spesso non sanno come agire, né quale strategia adottare.
Un articolo di Cnbc spiega quelle che sono le cinque regole che gli aspiranti detentori di cash devono conoscere.
“Cash da utilizzare per sfruttare opportunità al rialzo”.
Cosa significa? Per Todd Rosenbluth, direttore del fondo di investimento e di ricerca sugli ETF per CFRA, è sempre meglio avere a disposizione “un po’ di cash”, in quanto si tratta di un investimento che “garantisce una certa flessibilità”. Neena Mishra, dirigente della divisione di ETF presso Zack Investment Research, tuttavia, avverte:
“Sebbene il cash garantisca diversificazione e stabilità, detenere troppi contanti potrebbe anche costituire una grande zavorra sul rendimento del portafoglio, in quanto la liquidità produce un ritorno che, su base reale, è negativo. Si potrebbe allora utilizzare parte dei contanti nel caso in cui un improvviso sell off – per esempio, uno successivo alle elezioni presidenzali – creasse buone opportunità di acquisto”.
“Chi sceglie cash non è codardo. Andare cash richiede grande coraggio”.
Usare il cash per prepararsi a tornare sull’azionario quando si presentano opportunità di acquisto non è l’unico caso in cui scegliere di andare liquidi diventa un approccio di investimento aggressivo e attivo. Mitch Goldberg, direttore generale della società di consulenza agli investimenti ClientFirstStrategy sottolinea anzi che la semplice esposizione verso il cash deve essere aggressiva, visto che una allocazione minima non darà grandi risultati:
“Una quota detenuta in cash pari a un range compreso tra l’1% e il 5% probabilmente non farà la differenza, se l’obiettivo è quello di ridurre il rischio. In questo caso, sarà importante andare cash con una quota del 10-20%. Una esposizione superiore al 20% indica un tipo di investitore piuttosto nervoso (verso quanto sta accadendo sui mercati), ma non necessariamente è folle. Ognuno è responsabile di sè, dunque deve considerare quanto vuole ridurre la sua partecipazione nell’azionario e per quanto tempo. Questa è l’essenza della tolleranza al rischio”.
“C’è una domanda sull’allocazione in cash a cui nessuno sa rispondere”
Mishra riprende la parola e afferma che, per la maggior parte degli investitori, un’esposizione verso i contanti compresa tra il 3% e il 5% dovrebbe essere sufficiente. Per gli investitori che invece scelgono il cash per motivi opportunistici – in quanto aspettano semplicemente il momento in cui torneranno sull’azionario – la quota potrebbe essere pari, in momenti di incertezza, al 5-10%. Mentre per gli investitori più nervosi, probabilmente l’allocazione potrebbe e dovrebbe essere tra il 15 e il 20%, a causa della tolleranza zero verso il rischio. Detto questo, i consigli sono indicativi. Goldberg avverte:
“La percentuale di cash che si dovrebbe detenere nel proprio portafoglio è davvero impossibile da stabilire, senza conoscere la situazione in cui versa la persona singola”.
“L’età non conta”
Gli investitori più giovani potrebbero interpretare l’allocazione verso il cash come una scelta da ‘vecchi’ e pensare che non sia fatta per loro. Ma sbagliano. Secondo Goldberg, proprio gli investitori più giovani dovrebbero vedere nel dietrofront eventuale dell’azionario una opportunità per acquistare azioni a prezzi stracciati.
“Ricordatevi sempre del fatto che ogni mercato orso ha alla fine recuperato, per testare poi nuovi massimi. Per chi è più giovane, con davanti a sé ancora tanti anni prima della pensione, un mercato al ribasso aiuterebbe più di un mercato al rialzo”. Di conseguenza, detenere cash in modo funzionale, per usarlo quando si decide di rientrare nell’azionario, è una scelta che paga anche per i più giovani.
“Tutti dovrebbero andare cash. Non nel modo in cui i mercati suggeriscono”.
Goldberg ritiene che accumulare cash possa assicurare diversi benefici agli investitori, soprattutto a quelli retail, in quanto essi, diversamente dagli investitori istituzionali e dagli hedge fund, non “puntano su strategie e strumenti finanziari esotici per fare hedging”.
Larry Swedroe, dirigente presso la divisione di ricerca del network di consulenza finanziaria BAM Alliance, suggerisce inoltre di detenere cash in modo da poter sempre fare fronte alle necessità quotidiane, dunque di avere sempre contanti per far fronte a eventi improvvisi come il pagamento di spese mediche o la perdita del posto di lavoro. A chi ha un lavoro stabile, il consiglio è di avere cash sufficiente a coprire tre mesi di spese, mentre chi ha una occupazione in un settore meno stabile, dovrebbe puntare maggiormente sui contanti. In ogni caso, avverte Swedroe:
“Non si dovrebbe mai detenere cash pensando che il mercato andrà giù. Riuscire a prevedere correttamente il trend dell’azionario è quasi impossibile. Piuttosto, bisogna detenere quel cash sufficiente a coprire le spese giornaliere. E più il capitale che detenete deriva da un lavoro correlato al trend dell’economia, maggiore è la quantità di contanti da possedere”.