NEW YORK (WSI) – I gestori e trader che hanno cercato di diversificare al massimo, per avere un portafoglio il più bilanciato possibile tra azionario e obbligazionari, sono nei guai.
Si ritrovano infatti più esposti di prima a eventuali sbalzi di prezzo e crisi finanziarie, ora che Bond e Borse iniziano a muoversi in tandem.
In tutto il mondo i bond stanno diventando una classe di asset sempre più volatile e sarà sempre peggio con l’avvicinarsi del fatidico rialzo dei tassi della Federal Reserve, il primo dal 2006.
Il debito, considerato solitamente un investimento relativamente sicuro, a reddito fisso, si è mosso di pari passo con i titoli azionari negli ultimi periodi di turbolenza sui mercati.
Ne è un esempio lampante la pioggia di vendite che si è abbattuta di recente sui Bund e sui titoli di Stato Usa.
Da fine aprile, il rapporto tra i rendimenti offerti da bond e titoli azionari è balzato a circa il 30%, il livello più alto da maggio 2013, periodo in cui la banca centrale statunitense ha iniziato la sua strategia di uscita dalle manovre ultra accomodanti di stimolo monetario.
Significa che entrambe le classi di asset hanno incassato delle perdite, anche se i bond governativi vengono ritenuti dai money manager e broker un buon investimento per mettersi al riparo dalle vendite dell’azionario.
È stato un periodo doloroso e molto difficile per quelli che con una strategia improntata alla diversificazione sono alla ricerca di ritorni affidabili, sicuri e costanti nel tmp.
Come reagiranno ora gli investitori agli sbalzi di prezzo inaspettati. Secondo gli analisti di JP Morgan “c’è il rischio concreto che gli investitori retail amplifichino ancora di più il selloff dei bond, vendendo fondi obbligazionari come hanno fatto a maggio del 2013.
“Questa categoria di investitori tende a reagire negativamente”, secondo gli strategist della banca Usa, ai cambiamenti repentini nei rendimenti che i Bond sono in grado di offrire.
I bond sovrani delle nazioni industrializzate hanno ceduto il 3,7% del loro valore dalla fine di aprile a oggi. Nel frattempo l’indice azionario mondiale MSCI ha subito un calo dello 0,8%.
I bund stanno allungando la serie negativa che ha visto i rendimenti decennali mettere a segno il rialzo settimanale più marcato dal 1998. Non aiuta poi che uno dei membri votanti del board della Bce, Ewald Nowotny, abbia salutato con favore il balzo dei tassi definendola una “storia di successo”.
Questo perché i rendimenti più alti dei bond sovrani sono un segnale di economia in maggiore salute, di salari più alti e di un’attività industriale più stabile dopo anni di incertezza e crescita misera.
Allo stesso tempo si traducono spesso in perdite pesanti per gli investitori, che sono diventati sempre più vulnerabili a un incremento del costo del denaro.
Fonte: Bloomberg
(DaC)