Ipo cinesi: investitori pazzi a Wall Street, nel 2020 raccolti 11,7 mld di dollari
Nonostante le tensioni commerciali Usa-Cina, l’appetito degli investitori per le società cinesi sbarcate quest’anno a Wall Street è salito ai massimo di sei anni. Secondo un rapporto di Renaissance Capital, le 30 IPO di società con sede in Cina e Hong Kong sbarcate quest’anno sul mercato azionario americano hanno raccolto capitali pari 11,7 miliardi di dollari.
Una cifra così alta non si vedeva dal 2014, anno in cui le IPO cinesi al NYSE erano state sedici (tra queste Alibaba) e la cui raccolta si era attestata a $ 25,7 miliardi.
Ipo cinesi, le matricole che hanno corso di più
Tra le matricole di quest’anno, spiccano la fintech Lufax e la piattaforma immobiliare online Ke, entrambe classificate tra le dieci più grandi offerte pubbliche del NYSE di quest’anno.
Nella lista spazio anche e Dada, società di consegna di generi alimentari, le start-up di veicoli elettrici Xpeng e Li Auto e BlueCity, proprietaria della più grande app di appuntamenti LGBTQ della Cina.
Ma non è andata bene a tutte…
L’entusiasmo delle aziende cinesi per i mercati statunitensi è arrivato nonostante un anno tumultuoso per le relazioni tra le due maggiori economie del mondo. Non solo.
All’inizio di quest’anno, alcune aziende cinesi hanno ritardato i loro piani di quotazione negli Stati Uniti per via della pandemia e dello scandalo contabile di Luckin Coffee ad aprile.
Ma non per tutte le IPO cinesi a Wall Street il 2020 sarà archiviato come un anno d’oro. È il caso di Phoenix Tree. Dalla quotazione alla Borsa di New York a gennaio, le azioni della società fornitrice di servizi immobiliari, sono crollate di circa il 76% a causa delle preoccupazioni per la salute finanziaria della controllata Danke.
Un crollo che l’ha messa in cima alla classifica delle Ipo con la peggiore performance dell’anno.