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IPO NON RISENTONO DELL’EFFETTO ”LOCKUP”

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Secondo uno studio di Thomson Financial Investor Relations condotto su 132 offerte pubbliche della prima meta’ del 1999, la scadenza del periodo di “lockup” non ha un effetto significativo sul prezzo del titolo.

Il “lockup” e’ il periodo di sei mesi successivi al debutto della IPO, durante il quale coloro che sono impiegati o hanno interessi nell’azienda non possono vendere le proprie azioni.

Secondo alcuni esperti, tuttavia, il periodo di “lockup” rimane di grande importanza per gli investitori.

Per esempio, Kathy Smith di IPO Plus Aftermarket Fund, sostiene che, nonostante la maggior parte di investitori non venda il pacchetto azionario alla scadenza del periodo di “lockup”, la percezione che il titolo potrebbe essere oggetto di grandi vendite ne urta comunque l’andamento.

Sebbene lo studio della Thomson Financial prenda in considerazione la media dei titoli, le nuove azioni di alcune societa’ hanno perso molto terreno alla scadenza dei sei mesi.

Tra queste la californiana Wink Communications Inc. (WINK) che, ad una settimana dalla fine del “lockup” perdeva il 25%.

Tenendo in considerazione la media degli andamenti delle matricole, nel corso della prima meta’ del 1999 la crescita media dei titoli alla scadenza del periodo di “lockup” era del 2%, mentre alla fine dell’anno – alla scadenza cioe’ dei sei mesi per tutte le offerte pubbliche – il rialzo medio era del 108% rispetto al prezzo di collocamento.

Un andamento cosi’ positivo dipende anche dal fatto che molti “insider” (quelli che lavorano nell’azienda) non sembrano essere intenzionati a vendere titoli alla scadenza dei sei mesi: lo studio mostra che, su 132 IPO analizzate, nell’80% dei casi non si registravano vendite significanti di azioni.

Non va poi dimenticato che la maggior parte dei periodi di “lockup” sono scaduti in un periodo in cui la domanda di titoli tecnologici raggiungeva il suo apice. Nel corso del terzo e quarto trimestre dell’anno, infatti, il Nasdaq Composite guadagnava l’85%. In periodi di piu’ alta volatilita’ – come questo trimestre – l’effetto “lockup” potrebbe essere decisamente diverso.

Lo studio di Thomson Financial dimostra che alcune societa’ siano piu’ propense a perdere terreno alla scadenza del periodo di “lockup”. E’ il caso di societa’ che introducono sul mercato meno del 20% delle azioni; queste alla fine dei sei mesi registrano mediamente una perdita del 3%.