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Ira Pdl: “Parlamento si fermi per tre giorni”

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ROMA (WSI) – I falchi del Pdl in rivolta dopo la decisione della Cassazione di fissare al 30 luglio, per timore di una prescrizione, la presentazione del ricorso della difesa di Silvio Berlusconi.

Il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani ha chiesto la sospensione dei lavori dell’Aula di palazzo Madama e la convocazione della conferenza dei capigruppo, proprio mentre si stava esaminando il ddl per le riforme costituzionali. La stessa richiesta è stata presentata alla Camera.

Renato Brunetta ha chiesto addirittura una sospensione di tre giorni “perchè stiamo facendo una assemblea che ci impegna in una lunga ed articolata discussione”.

Che la stabilità politica fosse a serio rischio lo si è capito ieri, con l’ira del Pdl successiva alla decisione della Cassazione di fissare la data del ricorso della difesa di Berlusconi già al 30 luglio. Questo, per evitare il rischio di prescrizione. Il Cavaliere fa fronte a un grave dilemma: da un lato, la tentazione di staccare la spina all’esecutivo e tornare alle urne. Dall’altro, invece, complice anche il timore del potenziale rivale Matteo Renzi, l’impegno a rimanere.

Sta di fatto che i suoi processi continuano a condizionare la vita politica dell’Italia. Proprio in un momento in cui il rating del paese è stato bocciato da S&P a un valore che è di appena due gradini al di sopra del livello “junk”, ovvero spazzatura. Che fine faranno, si chiedono tutti, le riforme?

L’udienza del processo di Cassazione sui diritti tv Mediaset che ha visto l’ex premier Silvio Berlusconi condannato in secondo grado è stata fissata al 30 luglio perché c’è il rischio che uno dei reati compresi nel procedimento cada in prescrizione il 1 agosto.

Lo dice una nota dell’ufficio stampa della Suprema Corte, dopo le polemiche innescate ieri dalla decisione di fissare l’udienza alla fine del mese, in seguito alla sentenza di secondo grado giunta l’8 maggio scorso.

Nella nota si precisa “che è imposto inderogabilmente alla Corte di cassazione di determinare l’udienza di trattazione di ogni ricorso prima della maturazione del termine di prescrizione di alcuno dei reati oggetto del procedimento, a pena di responsabilità anche di natura disciplinare, e che la Corte ha sempre adempiuto a tale dovere”.