I prezzi dei dei bond irlandesi stanno crollando e i rendimenti salgono senza freno, mentre crescono in parallelo in modo allarmante anche i prezzi dei CDS (credit default swaps) relativi al debito sovrano del paese, sulle voci di difficolta’ del sistema bancario di Dublino e del debito pubblico. Nel pre-borsa a Wall Street si stanno diffondendo rumors, al momento non smentiti, di un salvataggio in extremis da parte del Fondo Monetario Internazionale. Il CDS ha raggiunto quota 600, un salto di oltre 100 punti rispetto ai 500 di una settimana fa. A contribuire alle tensioni odierne una dichiarazione del commissario europeo Olli Rehn secondo il quale per adesso non c’e’ alcuna richieta di aiuto finanziario presentata alla UE dall’Irlanda.
Sui mercati il rendimento, o tasso d’interesse, dei titoli del Tesoro a 10 anni dell’Irlanda ha superato il livello dell’8.0% (punte di 8.47%) per la prima volta dal lancio dell’euro 11 anni fa. La voce su un bail-out del Fmi e’ stata anche ripresa in Europa da un Tweet del giornalista del Financial Times Neil Hume: “WARNING! THIS IS RAW. TOTALLY SPECULATIVE. Hearing talk of possible IMF DEAL for Ireland, traders…”. E cioe’: “Attenzione! Questo e’ materiale grezzo, totalmente speculativo. Sento voci dai trader su un possibile accordo tra il FMI e l’Irlanda”.
Il ministro delle Finanze di Dublino, Lenihan, per cercare di dissipare i timori del mercato finanziario europeo e globale ha proposto qualche giorno fa di ridurre il budger 2011 dell’Irlanda di €6 miliardi. Fatte le debite proporzioni, e’ come se gli Stati Uniti cancellassero d’un botto il ministero della Difesa. Insomma: ci sono tutte le condizioni perche’ salti un altro dei PIIGS, dopo la Grecia. Soprattutto dopo aver appreso oggi (vedi sotto) che secondo il governatore della Banca di Irlanda e membro della Bce, Patrick Honohan, le perdite delle banche irish ammontano a 85 miliardi di euro, pari al 55% del Pil irlandese.
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Si intensifica l’attacco al debito pubblico dell’Irlanda. I titoli dei stato dell’Irlanda hanno subito un nuvo crollo, i decennali rendono ora l’8,47%, ben 601 punti sopra il rendimento dei titoli di stato tedeschi, si tratta del massimo storico. In un solo mese lo spread Germania-Irlanda e’ salito di 180 punti.
Sull’ex Tigre celtica pesa un deficit pubblico pari al 32% del Pil, una manovra correttiva non ancora approvata da un parlamento sempre piu’ diviso e la condizione di sostanziale ”default” delle banche irlandesi che raccolgono liquidita’ solo grazie ai prestiti della Bce. Nessuno vuol prestare soldi alla banche ”gaeliche” che sono piene di mutui in sofferenza causati dal crollo del mercato immobiliare.
Oggi, il governatore della Banca di Irlanda e membro della Bce, Patrick Honohan, ha snocciolato cifre da brivido, le perdite della banche ammontano a 85 miliardi di euro, pari al 55% del Pil irlandese. Gran parte del sistema bancario e’ stato di fatto nazionalizzato per evitare il default, ma questo pesa ovviamente sui conti pubblici. Oggi Dublino ha chiesto e ottenuto dalla Ue di poter mantenere la garanzia dello stato sulle banche fino al 30 giugno 2011 rispetto all’originaria scadenza di dicembre 2010. (Asca)