Alla fine hanno capito che un deal è sempre meglio di un divorzio senza accordo. O addirittura di una revoca dell’articolo 50. Così i dissidenti del partito dei conservatori al governo, gli irriducibili della Brexit “dura” potrebbero convincersi a votare il piano di May. E la sterlina viene premiata dagli investitori sui mercati.
Se lo facessero, il gruppo dei Brexiteer (ERG) e gli unionisti nordirlandesi (DUP) prenderebbero il rischio di lasciare Londra intrappolata nel backstop tra le due Irlande. Ma i primi non vogliono nemmeno correre il pericolo di vedere vanificate le speranze di divorzio. Oppure di essere considerati i principali artefici di una crisi economica profonda nell’immediato. Sarebbe il risultato del no deal, eventualità che getterebbe le imprese e i lavoratori nel caos più totale.
La Casa dei Comuni ha assunto il controllo delle operazioni aprendo a tutta una serie di nuovi scenari tra cui quelli di una revoca dell’articolo 50 e di un secondo referendum. Seppur poco probabili, la loro mera esistenza rappresenta una spina nel fianco delle frange dissidenti.
Dissidenti: deal May meglio di una revoca della Brexit
Il leader del gruppo European Research Group (ERG) Jacon Rees-Mogg e l’ex leader del partito dei Tories Iain Duncan Smith devono avere capito che Theresa May non scherzava, bensì faceva sul serio quando diceva che le opzioni erano due: “un accordo o una Brexit senza deal”.
Dopo che più di 30 dissidenti del partito si sono ribellati contro il governo votando a favore dell’emendamento Letwin, che apre la porta mercoledì a una serie di voti indicativi sulle alternative al piano di May, tra cui uno slittamento più lungo della Brexit), i membri dell’ERG hanno paura che continuare a fare ostruzione sia una tattica boomerang che alla fine si ritorcerà loro contro.
È lo stesso Rees-Mogg ad accennare a questa possibilità. Durante il suo podcast “The Moggcast“, il politico ha detto di essere pronto ad appoggiare il deal di May in un eventuale terzo meaningful vote. Il motivo è che abbandonare l’area UE alle condizioni imposte dal withdrawal agreement sarebbe uno scenario da preferire a quello di non lasciare mai il blocco.
Sterlina lancia la rimonta sul Forex
Dopo la svolta – per lo meno di intenti – del leader di quel gruppo parlamentare che da mesi May cerca di convincere, la sterlina ha lanciato una bella rimonta sul Forex (vedi grafico). I mercati tornano a sperare che uno scenario “no deal” – ritenuto da molti trader ed economisti “catastrofico” – possa essere scongiurato.
Se altri Brexiteer si allineano alla nuova posizione di Rees-Mogg e Dunan-Smith, la divisa britannica potrebbe rafforzarsi ulteriormente. Ma il banco di prova vero e proprio sarà il DUP. I 10 deputati unionisti continuano a essere contrari a uno scenario di confine pressoché inesistente tra Irlanda del Nord e EIRE, che avvicinerebbe Belfast più all’Europa che al Regno Unito.
La rete di protezione del backstop prevede proprio che venga evitata una frontiera “fisica” e dura tra le due Irlande quando scatterà la Brexit. Nel deal stretto a dicembre e rivisto a marzo da Bruxelles e Londra si specifica che durante il periodo di transizione di due anni l’UE prenderà l’impegno a cercare di trovare una soluzione alternativa al backstop.
A giudicare dal numero dei conservatori che si sono ribellati contro la leadership di May nelle ultime votazioni, anche convincere il gruppo ERG e i parlamentari della fazione nordirlandese, partito alleato del governo, potrebbe non bastare perché i piani di Downing Street si realizzino. In quel caso le prospettive per la sterlina sarebbero meno rosee.