D’ora in avanti il leader di Israele avrà il potere di dichiarare guerra all’Iran o a un’altra forza straniera: il parlamento ha infatti appena approvato una legge che garantisce al primo ministro Benjamin Netanyahu, previa la sola consultazione con il ministro della Difesa, di ordinare un attacco militare senza dover passare dal governo.
Con 62 voti a favore e 42 contrari il Knesset si è schierato a favore dell’iniziativa legislativa, cambiando la legge esistente che richiedeva un’unanimità di voti da parte dell’esecutivo per poter portare Israele in guerra. Ora il leader del paese è libero di agire, senza che nessun organo esecutivo o legislativo possa fare nulla per impedirglielo.
La legge controversa è destinata a esacerbare ulteriormente le crescenti tensioni tra Israele e Iran, per il ruolo di quest’ultimo in Siria e per i bombardamenti presumibilmente lanciati dalle forze di Tel Aviv la settimana scorsa, in cui hanno perso la vita undici militari iraniani tra cui alcune Guardie Rivoluzionarie.
A inizio settimana Netanyahu ha annunciato che il suo paese è entrato in possesso di documenti importanti relativi al programma nucleare dell’Iran. Donald Trump intanto è pronto a schierarsi dalla parte di Israele e rinunciare entro il 12 maggio all’accordo storico stretto sul nucleare iraniano nel 2015, quando alla Casa Bianca sedeva Barack Obama.
Lo hanno confermato a Reuters due funzionari del governo americano e una fonte a conoscenza delle discussioni interne all’amministrazione. C’è la possibilità che Trump opti per mantenere il patto di pace internazionale, il quale prevede che l’Iran ridimensioni il suo programma di arricchimento dell’uranio (che la Repubblica Islamica sostiene abbia uno scopo civile), in cambio di un ammorbidimento delle sanzioni internazionali.
La Francia, paese alleato degli Usa, sta facendo pressioni su Trump perché non rinunci all’accordo, con il presidente Emmanuel Macron che lo ha comunicato di persona al suo omologo statunitense la settimana scorsa a Washington. Se Trump dovesse mostrare i pugni con l’Iran tornando a imporre sanzioni, l’accordo pacifico stretto tre anni fa verrebbe annullato e l’Iran non starebbe certo a guardare.
Stando a quanto riferito all’agenzia stampa da alcuni diplomatici, l’Iran deciderebbe con ogni probabilità di riprendere il suo programma nucleare e anche di punire gli alleati degli Usa in Siria, Iraq, Yemen e Libano.