Economia

Istat: marzo nero per l’industria italiana, tonfo produzione senza precedenti

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Crollo senza precedenti per la produzione industriale nel mese di marzo. Complice il lockdown causato dall’emergenza coronavirus, l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha segnato una flessione del 28,4% mensile, mentre rispetto allo stesso mese del 2019 l’indice corretto per gli effetti di calendario è diminuito del 29,3% (22 giorni contro 21 dello scorso anno).

Si tratta di dati nettamente peggiori rispetto alle attese degli analisti, che erano per un declino del 20% su mese e del 20,7% su anno.

Complessivamente, nel primo trimestre dell’anno, il livello della produzione ha segnato una flessione dell’8,4% rispetto ai tre mesi precedenti.

Le più rilevanti sono quelle di fabbricazione di mezzi di trasporto (-52,6%), industrie tessili e abbigliamento (-51,2%), fabbricazione di macchinari (-40,1%) e metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-37%).

Relativamente meno accentuato è il calo nelle industrie alimentari, bevande e tabacco che, considerando la media degli ultimi tre mesi mantengono una dinamica tendenziale positiva.

“A marzo le condizioni della domanda e le misure di contenimento dell’epidemia di COVID-19 hanno determinato un crollo della produzione industriale italiana con una riduzione tendenziale che è la maggiore della serie storica disponibile (che parte dal 1990), superando i valori registrati nel corso della crisi del 2008-2009” scrive l’Istat in una nota, aggiungendo che è “senza precedenti anche la caduta in termini mensili dell’indice destagionalizzato”.

In generale, la produzione industriale è considerata un buon anticipatore del Pil. Nel primo trimestre, il dato ha segnato una contrazione del 4,7% nel primo trimestre, mentre gli analisti assumono in media un calo del 10% quest’anno, sempre a patto che il rimbalzo dell’economia nel secondo semestre sia robusto. Il governo stima un 2020 a -8%, con rischi al ribasso.

Secondo un report di Oxford Economics, l’intensificarsi del lockdown a partire dalla seconda metà di marzo peserà ancora di più su produzione e Pil nel secondo trimestre, con una contrazione del prodotto interno lordo che si porterà all’11%.

Anche gli indicatori sul Pmi di aprile hanno toccato livelli minimi senza precedenti, mentre gli analisti inglesi ipotizzano che il Pil riesca a tornare ai livelli del quarto trimestre 2019 solo nel 2023.