ROMA (WSI) – Se il Pil italiano, i consumi e il reddito disponibile continuerannpo a crescere ai ritmi attuali, soltanto tra 15 anni, nel 2027, si potrà tornare al Pil pro capite del 2007. In valori pro capite, tra il 2007 ed il 2014 gli italiani in media hanno sofferto una riduzione in termini reali del 12,5% per il Pil, del 14,1% per il reddito disponibile e dell`11,3% per i consumi.
E’ quanto emerge l’Ufficio Studi Confcommercio, sottolineando che per ridurre i tempi di recupero a 6-8 anni gli indicatori dovrebbero riportare una crescita doppia. Alle attuali condizioni, invece, la spesa delle famiglie pre-crisi si rivedrà nel 2030; il reddito disponibile nel 2034.
In occasione dell’assemblea annuale, il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli lancia un chiaro appello al governo e al Parlamento, sottolineando che ill Paese ha bisogno di una “scossa”. Se non si fa una riforma fiscale, “il problema dei problemi”, non si può ripartire. Il primo passo è un’immediata riduzione dell’Irpef.
“E’ ora di procedere a una riduzione generalizzata delle aliquote, senza appesantire questo tributo con intenti ridistributivi”.
Ma è necessario ridurre anche la spesa pubblica, non solo troppo alta, ma anche mal distribuita. E per farlo bisogna percorrere una strada a due corsie: “Quella normale, di marcia, è la lotta alle inefficienze, costante negli anni e nelle intenzioni. Quella di sorpasso riguarda, invece, la ridefinizione del perimetro della spesa pubblica. Ogni euro recuperato dal minor costo del debito pubblico – nonché dalla lotta all’evasione fiscale – va restituito ai contribuenti in regola con l’immediata riduzione delle aliquote Irpef. E non si può, invece, pensare di usare sempre la tassazione come paracadute delle inefficienze”.
Forti contestazioni e critiche alministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, dalla platea dell’assemblea annuale di Confcommercio. Guidi ha ricevuto diversi fischi ed è stata oggetto di forti critiche da alcuni commercianti presenti. Critiche e fischi sono partiti dopo che il ministro Guidi ha detto che
“la recessione è alle spalle” ed è poi proseguita quando ha toccato il tema Expo e, soprattutto ha parlato degli 80 euro restituiti ai lavoratori.
L’analisi di Confcommercio mette in evidenza come gli ostacoli a tornare ai livelli pre-crisi derivino da un “contesto altamente penalizzante in cui operano le imprese.
“Le riforme devono correggere questi difetti che riducono la competitività e tengono bassa la produttività sistemica dell’ItaliaPonendo a confronto alcuni indicatori di Italia e Germania, si rileva come per i nostri imprenditori sia molto più difficile fare impresa. I tempi della giustizia, la pressione fiscale, i costi di gestione, la contraffazione e l’abusivismo si associano ad una difficoltà a sfruttare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie”.
Ancora: “Nel 2014 la capacità del tessuto imprenditoriale dei servizi di mercato si è ridotta in maniera significativa, mostrando, tra iscrizioni e cancellazioni di imprese nei registri delle Camere di Commercio, un saldo negativo di circa 70mila unità”.
La situazione è attesa comunque in miglioramento, “con un rilancio delle iniziative imprenditoriali ed una frenata della forte emorragia di aziende finora registrata”.
Confcommercio conferma le previsioni di crescita del Pil dell’1,1% nel 2015 e dell’1,4% nel 2016. Si tratta di “risultati ampiamente conseguibili in ipotesi di evoluzione favorevole della fiducia che necessita di azioni trasparenti di rassicurazione da parte delle istituzioni”.
Secondo Confcommercio guardando al biennio, le dinamiche “favoriranno solo un moderato recupero di quanto perso negli anni della recessione in termini di produzione di ricchezza, di reddito disponibile e di consumi delle famiglie”.
I consumi sono in miglioramento, se si considera che il dato di aprile di Confcommercio segna una crescita congiunturale dello 0,5%, valore più elevato negli ultimi 2 anni. Su base annua, l’incremento è dello 0,8%.
“Il dato dell’ultimo mese sembra indicare la possibilità di una ripresa dei consumi più accentuata rispetto a quanto rilevato fino ad oggi ed avvalora, unitamente alle indicazioni positive provenienti da altri indicatori congiunturali, l’ipotesi di una crescita superiore all’1% già nel 2015”.