ROMA (WSI) – L’economia italiana è rimasta preoccupantemente ferma nel secondo trimestre, ma qualcosa nel mercato del lavoro si muove. Sono aumentati il numero degli occupati, con un particolare rilievo che va dato all’incremento della porzione dei posti di lavoro ottenuti dai più giovani, ed è calato il tasso di disoccupazione.
Spicca in positivo anche la contrazione dei Neet, ossia le persone che non sono impegnate né nello studio, né nel lavoro, né nella formazione. Il premier Matteo Renzi ha accolto le cifre positive con un motto di orgoglio, sottolineando che queste sono la dimostrazione del buon funzionamento della riforma del mercato del lavoro attuata dal suo governo (Jobs Act).
Dopo la stabilità vista nei due trimestri precedenti, la percentuale dei disoccupati è diminuita in realtà in misura davvero troppo lieve per poter gridare al successo (-0,1 punti percentuali).
“Il tasso di inattività 15-64 anni continua a diminuire in misura più consistente (-0,5 punti rispetto a -0,2 e -0,1 punti nel primo 2016 e nel quarto 2015)”, dice l’Istat nel rapporto sul periodo marzo-giugno.
Rispetto all’anno scorso, nel secondo trimestre la crescita complessiva degli occupati è stata comunque convincente, pari a un rafforzamento di 439 mila unità. Gli occupati della fascia di età compresa tra i 15 e i 34 anni sono saliti di +223 mila unità su base annuale. Il tutto mentre prosegue l’incremento degli occupati over 50.
La crescita, spiega sempre l’Istat, è più accentuata per i dipendenti, sia a tempo indeterminato (+308 mila) sia a termine (+72 mila), ma torna ad interessare anche il lavoro indipendente, esclusivamente tra gli autonomi senza dipendenti.
Il calo degli inattivi prosegue a ritmi più sostenuti, sia per l’aspetto congiunturale sia per quello tendenziale dei dati, in particolare per la componente degli scoraggiati. Il tasso di disoccupazione, è calato di appena il -0,1% rispetto al trimestre precedente e di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2015, con una riduzione tendenziale di 109 mila disoccupati.
La maggiore partecipazione dei giovani al mercato del lavoro è testimoniata anche dalla diminuzione tendenziale (-252 mila) della componente delle persone Not in Education, Employment or Training (Neet).