Economia

Italia, adesso ci battono anche Slovenia e Lituania (per reddito pro-capite)

L’Est dell’Europa supererà presto i paesi del Mediterraneo per tenore di vita. Lo scrive Bloomberg, mostrando un grafico (vedi sotto) che riflette le ultime proiezioni del Fondo Monetario Internazionale sul reddito pro-capite rettificato in base al potere d’acquisto.

Dal grafico, emerge chiaramente che il tenore di vita della Lituania e della Slovenia supererà quello dell’Italia entro il 2029 mentre la Polonia non sarà molto lontana.

“Quasi quattro decenni dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il tenore di vita dei Paesi che sono usciti dall’orbita sovietica per entrare a far parte dell’Unione Europea è destinato a superare quello dei Paesi del Sud dell’Europa” si legge nell’articolo di Bloomberg,  che mostra come il trend di crescita mantiene la promessa di avvicinare la ricchezza dei Paesi che sono diventati membri dell’UE nel 2004 all’Occidente più ricco dell’Ue.

Si legge nell’articolo:

“Questo processo non è avvenuto così rapidamente come previsto, e la convergenza ha subito ripetute battute d’arresto dal periodo volatile degli anni ’90 al crollo globale del 2008 e alla conseguente crisi del debito. Forse anche gli ultimi progressi sono il risultato di tendenze non previste dai pianificatori economici. Mentre i nuovi arrivati dell’Europa centrale e orientale hanno visto aumentare la produzione grazie agli investimenti esteri, all’accesso al mercato dell’UE e ai fondi, la crescita è stata favorita anche dal rallentamento della crescita in Italia”.

Le ultime stime sull’Italia

Nelle ultime stime, il Fondo Monetario Internazionale ha previsto una crescita del Pil Italia dello 0,7% per il 2024, che rimane quindi invariata, ma l’economia crescerà molto più lentamente del previsto l’anno prossimo, allo 0,7% rispetto alla precedente stima di gennaio dell’1,1%.

Con un +0,7% nel 2025 l’Italia è maglia nera del G7 in termini di crescita. Secondo le stime del fondo, infatti, la Germania crescerà dell’1,3%, la Francia dell’1,4%, il Giappone dell’1%, il Regno Unito dell’1,5%, il Canada del 2,3% e gli Stati Uniti dell’1,9%.