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Italia: anche Fitch si aggiunge al coro dei pessimisti, cosa prevede

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Dopo l’Fmi, anche Fitch si aggiunge al coro dei pessimisti sull’economia dell’Italia. Per l’agenzia di rating internazionale, le prospettive economiche per il 2022 “sono peggiorate in modo significativo”, principalmente a causa delle ricadute dell’invasione russa dell’Ucraina. Se il PIL 2021 e i risultati fiscali più forti del previsto hanno migliorato la posizione di partenza, la guerra – affermano gli analisti – ha comunque aumentato l’incertezza sulla traiettoria del debito pubblico a medio termine.

L’agenzia di rating ricorda che documento economico e finanziario italiano (DEF) del 7 aprile ha aggiornato le previsioni di crescita del PIL reale del governo al 3,1% nel 2022 e al 2,4% nel 2023, dopo il 6,6% nel 2021. Si tratta di una crescita inferiore a quella prevista nella bozza di bilancio 2022 di ottobre e si confronta con le ultime previsioni di Fitch del 2,7% e del 2,3% (aggiornate a fine marzo).

Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, nel primo trimestre di quest’anno il PIL italiano si sarebbe contratto di circa mezzo punto percentuale rispetto al trimestre precedente, con un intervallo di variazione molto ampio, tra meno 0,9% e meno 0,1%. Alla flessione nella manifattura farebbe riscontro un minore indebolimento dei servizi, sostenuti dall’allentamento delle restrizioni contro il Covid-19.

Italia, riduzione debito a rischio

Nel report di Fitch viene fatto notare che il governo ha resistito alle pressioni di alcuni partiti della coalizione e di Confindustria per aumentare l’obiettivo di deficit del 2022 e rendere disponibili maggiori risorse fiscali per mitigare la crisi energetica. Tuttavia, sarà difficile resistere a queste richieste di spesa con l’avvicinarsi delle elezioni parlamentari nella prima metà del 2023. “La pressione per aumentare i sussidi energetici e/o rinnovare alcune misure temporanee aumenterà, mentre la spesa per la difesa inizierà ad aumentare gradualmente per soddisfare l’impegno del governo di aumentare al 2% del PIL entro il 2028”, si legge nell’analisi.

Inoltre, Fitch stima che un’inflazione superiore al previsto potrebbe aumentare la spesa per interessi sulle obbligazioni indicizzate all’inflazione (dello 0,7% del PIL rispetto al 2021 se l’inflazione HICP rimane al livello di marzo 2022 del 7,5%).

Restano incerti i risultati del piano del governo per ridurre il debito pubblico italiano. Il DEF prevede che il debito pubblico scenda di quasi 10 punti percentuali del PIL entro il 2025 dal 150,8% di fine 2021. “Ma con i rischi geopolitici e finanziari che aggravano l’incertezza macroeconomica e di bilancio, il raggiungimento di questo obiettivo dipenderà in parte dal concretizzarsi di ulteriori rischi per la crescita e dal grado di inasprimento della politica fiscale in risposta”, avverte l’agenzia di rating.