Nell’Italia in cui la ripresa economica arranca e la disoccupazione resta alta, un giovane su cinque fa parte dell’esercito dei Neet: ovvero giovani nella fascia tra 15 e 24 anni, che non lavorano ne’ cercano un lavoro né sono impegnati in un percorso di studi o di formazione.
E’ quanto risulta da un’indagine 2017, riferita all’anno precedente, sull’occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa (Esde) pubblicata ieri dalla Commissione.
Si tratta di uno dei tassi più alti d’Europa: 19,9% contro una media nel Continente dell’11,5% anche se in calo dal 21,4% del 2015 e dal 22,1% del 2014 (il picco è stato nel 2013, al 22,2%).
L’Italia ha avuto il primato europeo dei Neet anche nel 2015, nel 2014 e nel 2013. Nel 2012 era stata superata dalla Bulgaria, al 21,5%, mentre il nostro Paese era al 21%. La Bulgaria oggi è al 18,2%.
Il report evidenzia non solo le difficoltà che i giovani incontrano nell’affacciarsi al mondo del lavoro, ma anche tutte le conseguenze che questo comporta. Nel 2016, la disoccupazione fra i 15 e i 24 anni è stata al 37,8%, in calo rispetto al 40,3% del 2015, ma comunque la terza in Europa dopo Grecia (47,3%) e Spagna (44,4%).
Chi riesce a trovare un lavoro, invece, in più del 15% dei casi ha contratti atipici (fra i 25 e i 39 anni, nel Regno Unito è meno del 5%, dati 2014), è “considerevolmente più a rischio precarietà”, e se ha meno di 30 anni guadagna in media meno del 60% di un lavoratore ultrasessantenne.