Roma – Il crollo del dato relativo alla produzione industriale conferma una realtà che gli italiani stanno sperimentando sulla propria pelle: la spinta recessiva che avvolge come una spirale l’intero paese.
Stando a quanto ha reso noto l’Istat l’indice, relativo al mese di aprile, è crollato -9,2% su base annua, segnando il calo peggiore dal novembre del 2009. Rispetto a marzo, la produzione è scesa -1,9%, mentre nella media dei tre mesi inclusi tra febbraio e aprile l’indice la flessione è stata pari a – 2,5% rispetto al trimestre precedente.
Ancora, nella media dei primi quattro mesi dell’anno la produzione e’ diminuita del 6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’Istat rileva che gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano ad aprile variazioni tendenziali negative in tutti i comparti.
La diminuzione piu’ marcata riguarda il raggruppamento dei beni intermedi (-12,8%) ma anche gli altri comparti presentano cali significativi: del 7,9% i beni di consumo, del 6,2% i beni strumentali e del 3,8% l’energia. Nel confronto tendenziale, l’unico settore in crescita e’ quello dell’attivita’ estrattiva (+6,5%).
Le diminuzioni piu’ ampie si registrano per i settori della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-15,6%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-14,7%), della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-12,1%) e della fabbricazione di prodotti chimici (-10,3%).
Il ritmo del rallentamento dell’economia incomincia a preoccupare. Il governo fara’ piu’ fatica a ridurre le spese, dal momento che una contrazione piu’ ampia del Pil portera’ a un flusso di entrate inferiori al previsto.
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“Le indagini qualitative avevano offerto segnali di un peggioramento del quadro produttivo, ma questo risultato va oltre le ipotesi più fosche. Va però anche ricordato che aprile è stato un mese di ponti festivi e questo può aver sicuramente influito”, commenta a Reuters Loredana Federico, economista di Unicredit.
“E’ un dato davvero pesante. Potrebbe compromettere l’intero trimestre, che dovrà scontare anche l’effetto del sisma che ha colpito l’Emilia a maggio, interrompendo l’attività produttiva”, evidenzia alla stessa agenzia stampa Paolo Mameli, economista di Intesa SanPaolo.
Qualche giorno fa, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha paventato un stop di 4-6 mesi dell’attività industriale nelle zona terremotate, con un impatto di qualche decimo di punto sul Pil nazionale [ID:nL5E8H670J].
“E’ ancora presto per fare stime, ma a questo punto c’è il serio rischio che il secondo trimestre possa risultare ancora peggiore del primo”, osserva Mameli.
Appena più ottimistica la visione di Federico, secondo cui tra aprile e giugno “il passo di contrazione sarà, sebbene di poco, lievemente più contenuto rispetto al primo trimestre”,in cui la produzione industriale è scivolata del 2,3%, mentre il Pil si è contratto dello 0,8%.
Due altri paesi del blocco a 17 hanno pubblicato numeri sulla produzione in aprile: la Finlandia ha visto un calo del 3,2% anno su anno, piu’ delle stime. La produzione industriale in Olanda e’ calata del 2,7%: anche in questo caso facendo peggio delle previsioni.
Il maestro dei grafici di Reuters, Scott Barber, ha pubblicato sul suo account Twittere una tabella che fa paura, in cui vengono messi a confronto andamento del Pil e della produzione industriale (vedi allegato), che getta un’ombra lunga sul secondo trimestre della terza forza economica dell’Eurozona.