NEW YORK (WSI) – L’euro è costato 190 miliardi di euro alle famiglie e di soli interessi l’Italia sborserà 84 mliardi di euro nel 2013 e 86 miliardi l’anno prossimo. Nel frattempo i soldi dei contribuenti vengono utilizzati per salvare le compagnie di bandiera strategiche private, mentre vengono lasciate perire centinaia di piccole e medie imprese che sono sempre state il punto di forza del paese. L’Italia si trova nel bel mezzo di un piano di deindustrializzazione e società e cittadini devono pagare il prezzo di un deficit democratico.
“Come si fa a non fare una politica virtuosa di tagli”, ha detto Elio Lannutti, presidente di Adusbef, in un intervento televisivo in diretta su TgCom 24. Per uscire dalla crisi non basta la riduzione del cuneo fiscale. Vanno rinegoziati i parametri di bilancio con Bruxelles, come hanno fatto Francia e Germania.
Siccome poi non si vive di sola esportazione, il Governo di larghe intese dovrebbe aumentare il mercato interno e non restringerlo come sta invece facendo. “Se i mercati interni non crescono, la crisi è annunciata”, secondo quanto dichiarato a Wall Street Italia dall’economista Giulio Sapelli.
Per aggredire il cuneo fiscale, la manovra potrebbe essere incentrata sui sussidi alle imprese. Confindustria vuole 10 miliardi di euro di cuneo in meno: sono ancora pochi, a giudizio degli analisti, ma è già un inizio. Se si considera che i sussidi alle imprese sono 30 miliardi, a questo punto si potrebbero prendere i soldi da lì, se mancano. Gli stessi industriali sono d’accordo. Ma la questione rimane ancora aperta.
A parte le politiche di alleggerimento fiscale e di riduzione del costo del lavoro di cui si parla a Roma, un’altra vicenda importante rimane sullo sfondo. Si tratta dei piani di salvataggio di Telecom e Alitalia: due casi di disastri imprenditoriali privati. Errori commessi dai manager per cui devono pagare i contribuenti.
Per lo storico ed economista Giulio Sapelli l’Italia dovrebbe fare una politica fiscale più chiara, detassare il lavoro, aumentare il mercato interno e non restringerlo. “Il Ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni brilla per incompetenza, non riesce a trovare un miliardo di euro per evitare l’aumento dell’Iva. Andrebbe rinegoziato il debito pubblico in Europa come hanno fatto Francia e Germania: in Europa bisgna battere i pugni sul tavolo, come aveva fatto Letta all’inizio, che è un bravo negoziatore. Bisogna iniziare opere di cartolarizzazione. Ma sopratutto defiscalizzare”.
“Janet Yellen (l’economista scelta come successore di Ben Bernanke al timone della Federal Reserve) è una sostenitrice dell’immissione di liquidità e noi in Europa ci stiamo affidando all’austerity tedesca che sta distruggendo anche la loro industria. Se i mercati interni non crescono la crisi è annunciata. Non si vive di sola esportazione. La ripresa si fa rilanciando la crescita”.
Per Alberto Bagnai, docente di Economia politica, un abbattimento del costo del lavoro potrebbe essere una leva importante per rilanciare la crescita, creando nuovi posti di lavoro. Ma il Governo non ha ampio margine di manovra, perché deve accontentare Bruxelles.
EURO: USCITA O RINEGOZIAZIONE DEL DEBITO IN EUROPA?
La prima misura da fare a parte il cuneo fiscale e’ una “uscita concordata dalla moneta unica per riallineare i rapporti di cambio”.
Il presidente dell’associazione a tutela dei consumatori e il professore ordinario di Storia Economica dell’Università degli Studi di Milano, Sapelli, non sono d’accordo su questo punto: vanno piuttosto rinegoziati i rapporti di forza e ci vuole un governo serio che vada in Europa a ridiscutere i patti con l’Europa, anche rinegoziare i debiti.
“L’euro è costato 190 miliardi di euro alle famiglie“. Letta da abile negoziatore quale si e’ dimostrato deve imporsi, battere i pugni sul tavolo e non lasciarsi mettere i piedi in faccia. “L’Europa si sta affidando all’austerity tedesca che sta distruggendo anche la loro industria”.
ALITALIA E TELECOM SALVATE, MA PMI LASCIATE MORIRE
La compagnia tlc è stata svenduta a Telefonica in un’operazione che è servita ad eliminare i concorrenti. Gli aumenti di capitale sono di fatto fuoriuscite di soldi pubblici per salvare imprese private. Va modificata pertanto la struttura del pensiero dello Stato e vanno bloccate le sue ingerenze.
Se lo Stato deve salvare imprese strategiche, ma non le altre, questo ha un costo democratico. Se deve salvare i posti di lavoro di aziende private, allora dovrebbe salvarli tutti. Perché Alitalia si e non quelli delle piccole e medie imprese che muoiono ogni giorno?
Con questo contesto di crisi e la forza dell’euro, poi è difficiel fare industria. L’euro forte (punta a $1,4) rischia di compromettere la peraltro ancora timida ripresa. Cos’altro potrebbe fare Draghi? Nulla di più di quanto già promesso.
“Draghi fa già molto perché aggira continuamente lo statuto della Bce. La Corte costituzionale tedesca ha messo sotto accusa la Bce. Machiavellicamente il banchiere italiano dice di si agli interessi americani, magari d’accordo con Angela Merkel (la Cancelliera tedesca). Draghi l’Omt (il programma di acquisto di titoli di stato di Paesi in difficoltà) lo farebbe in caso di bisogno. L’hanno messo lì gli americani. (L’ex capo del Tesoro Usa Timothy) Geithner è stato tre mesi in Europa proprio per quel motivo. Ma tutto dipende dal potere di negoziazione che hanno gli Usa”.
DEFICIT DEMOCRATICO IN ITALIA
Che il Governo dell’economia monetaria debba essere affidato a un’entita’ monetaria non risponde ad alcuna leggimittimita’ democratica. Moneta e inflazione sono dati puramente tecnici e non dovrebbe influire sul piano politico, secondo Bagnai, intervenuto ai microfoni di TgCom 24.
Pare che in Italia “l’economia sia un dato tecnico del quale la politica deve disinteressarsi”, ma i politici non devono limitarsi a leggere la lista della spesa che arriva da Bruxelles. Anche perché i risultati finora sono pessimi, vista la persistente e pesante recessione.
“Le Pmi hanno bisogno di controlli dopo che hai presentato un contratto non prima”, sostiene Sapelli. Da noi tre ragazzi in un garage non avrebbero mai creato Silicon Valley. Bisogna sburocratizzare. Detassare il profitto capitalistico e capire che non tutte le imprese esportano ma anche lavorano per il mercato interno”.
Luigi Loro Piana, AD della storica azienda italiana del lusso comprata dai francesi, sostiene che l’arrivo di capitali esteri fa bene non solo alle aziende italiane ma anche a tutto il Paese. Sapelli cita anche i casi di General Electric che ha comprato Avio, parlando di un fatto positivo. “Una grande industria motoristica italiana è stata comprata da una fornitrice che interpreta bene i cambiamenti industriali. Non dimentichiamo che l’industria italiana è nata grazie ai capitali esteri. Ben vengano, non per eliminare dei concorrenti come ha fatto Telefonica (con Telecom), ma come ha fatto per l’appunto General Electric”.