ROMA (WSI) – Nonostante il calo dello 0,3% rispetto al mese precedente, il livello di persone senza lavoro rimane ancora preoccupante in Italia e sopra la media Ue in marzo. Il tasso di disoccupazione è sceso all’11,4%, che è il valore più basso dal dicembre di quattro anni fa.
Secondo le stime provvisorie dell’Istat, bene è andata anche la disoccupazione giovanile, che si è contratta ai livelli più bassi degli ultimi quasi quattro anni. La percentuale dei 15-24enni senza lavoro è infatti calata al 36,7%, in diminuzione dell’1,5% su febbraio. Si tratta del minimo dall’ottobre del 2012.
La terza economia dell’area euro ha registrato un incremento di 90mila occupati nel mese. Dopo il calo di febbraio 2016 (-0,4%, pari a -87 mila), a marzo la stima degli occupati sale dello 0,4% su base mensile, tornando sui livelli visti a gennaio.
L’incremento riguarda peraltro sia i dipendenti (+42 mila i permanenti e +34 mila quelli a termine) sia gli indipendenti (+14 mila). La crescita degli occupati coinvolge uomini e donne e si distribuisce tra tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni. Il tasso di occupazione, pari al 56,7%, aumenta di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente.
Su base annua si conferma la tendenza all’aumento del numero di occupati (+1,2%, pari a +263 mila), che coinvolge soprattutto gli over 50. Nel trimestre invece i posti fissi sono aumentati di 72mila unità. È l’unica componente, tuttavia, ad aver registrato una variazione positiva consistente.
In generale, infatti, come spiega l’Istat, nei primi tre mesi dell’anno il mercato del lavoro italiano ha mostrato una “sostanziale stabilità del livello degli occupati rispetto ai tre mesi precedenti”. L’incremento è stato per la precisione del +0,1%, equivalente a una crescita netta di 17mila impieghi.
Quanto al numero di inattivi, la previsione fatta dall’istituto nazionale di statistica presa una forchetta di età compresa tra i 15 e i 64 anni è per una flessione dello 0,3% a marzo (-36 mila). La riduzione è determinata quasi esclusivamente dalle donne e riguarda le persone di 25 anni o più. Il tasso di inattività scende al 35,9% (-0,1 punti percentuali).