Economia

Italia è l’esempio: va cambiata gestione fondi Ue

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BRUXELLES (WSI) – È molto critica la relazione annuale che la Corte dei Conti europea effettua sull’attuazione del bilancio Ue. Nella sua veste di revisore indipendente, la Corte ha sottoposto a certificazione i conti dell’eurozona per l’anno 2014 così come ha fatto per ogni esercizio dal 2007 in poi.

L’ultima relazione critica duramente la gestione dei fondi dell’ Unione Europea, affermando così la necessità di chiarezza sugli obiettivi da raggiungere con i programmi di spesa, affiancata da un accertamento in maniera chiara ed effettiva circa le modalità di spesa e il raggiungimento dei risultati previsti.

Occorre “un cambiamento sostanziale” afferma la Corte dei Conti di rango europeo criticando l’attuale approccio dei responsabili della spesa europea e come tale ne chiede uno completamente nuovo non solo per gestire le spese ma anche per effettuare gli investimenti.

“Chi detiene il potere decisionale deve allineare maggiormente l’assegnazione delle risorse di bilancio alle priorità strategiche a lungo termine (…) Scopo è usare tali risorse per far fronte alle crisi. I legislatori devono fare in modo che i programmi di spesa individuano con chiarezza i risultati da raggiungere e i rischi che gli stessi amministratori finanziari possono accettare di correre”.

Nella sua ultima relazione così la Corte dei conti europea sottolinea che da una parte revisionando da subito l’attuale ciclo di spesa si potranno ridefinire le priorità e dall’altra occorrerà occuparsi anche di una serie di arretrati per liberare i fondi da usare dove sono maggiormente necessari.

“L’Ue deve gestire il bilancio in modo più appropriato per rispondere alle sfide urgenti”.

In merito poi alle difficoltà di alcuni Stati membri, Italia in primis, di assorbire i fondi che sono stati loro assegnati, la Corte dei conti le conferma apertamente sottolineando anche come la Commissione Europea abbia stanziato questi fondi “senza valutare sufficientemente le loro capacità di investimento”.

Da ultimo pollice in su per i conti: per la Corte la riscossione delle tasse è esente da errori anche se il tasso di errore nelle stime della Corte per le spese è stato pari al 4,4% nel 2014 rispetto al 4,5% del 2013. Nel livello di errore non è stata però misurata la frode, l’inefficienza o gli sprechi essendo così più una stima delle risorse finanziarie che non avrebbero dovuto essere erogate perché non usate rispettando le norme Ue.