ROMA (WSI) – Come se la pressione fiscale non fosse già abbastanza alta, sopra la media europea, in molti capoluoghi e Regioni d’Italia c’è il rischio di vedere piovere altre tasse.
Sindaci e governatori hanno ancora tempo e margini per alzare le imposte nel 2015. Se lo volessero, gli enti locali potrebbero nel complesso aumentare i tributi di una somma intorno ai 12 miliardi di euro.
Già una dozzina di capoluoghi, riporta il Corriere della Sera, avrebbero deciso di aumentare le aliquote delle imposte sulla casa, mentre tre Regioni, hanno alzato le addizionali sui redditi.
Tra le città interessate ci sono Bologna, Livorno, Modena e Treviso.
I governatori della Regioni, scrive il quotidiano milanese, “potrebbero spingere l’aliquota dell’addizionale Irpef di un ulteriore 38%, rispetto ai 2,2 miliardi incassati nel 2013, e quella della sovrattassa Irap del 72%, oltre gli 1,2 miliardi ottenuti nel 2013. Il gettito dell’autonomia fiscale delle Regioni, teoricamente, potrebbe dunque salire di 3,5 miliardi, dai 3,4 del 2013 fino a circa 7 miliardi”.
Fino al 2014 i governatori avevano un tetto di spesa che avrebbe impedito loro di usare un eventuale maggior gettito fiscale, saltato quest’anno. Ma ora hanno le mani libere e potrebbero usare la leva fiscale a disposizione per aumentare le entrate.
Grazie a Imu e Tasi, le odiate tasse sugli immobili, i sindaci hanno margine di manovra ancora più ampio delle Regioni. Rispetto ai 24 miliardi dell’anno scorso, il bottino in questo frangente potrebbe crescere di almeno altri 6 miliardi.
Secondo i calcoli dell’Ufficio di Bilancio, il 70% dei comuni, che però coprono solamente il 40% della popolazione, ha spazio per un aumento dell’addizionale Irpef. In totale porterebbe due miliardi in più di entrate. Il 15,9% dei comuni è invece già arrivato al livello massimo, mentre il 14,5% potrebbe solo alzare le aliquote sui redditi più bassi.
Fonte: Corriere della Sera
(DaC)