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ITALIA: L’INDUSTRIA DA’ SEGNALI DI CRISI STRUTTURALE

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(WSI) – L’ndustria italiana sta veramente andando verso una crisi strutturale? Purtroppo aumentano i segnali in questa direzione. Secondo il Centro studi di Confindustria, la produzione industriale nei primi nove mesi dell’anno è diminuita dell’1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-2,3% in termini grezzi).

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Impossibile quindi parlare di ripresa in corso, anche se l’andamento del terzo trimestre è apparso migliore rispetto al trimestre precedente.

A questo dato si vanno ad aggiungere i brutti dati occupazionali diffusi oggi dall’Istat, che segnalano la perdita di 8 mila posti di lavoro nella grande industria a luglio. Un dato che per i sindacati conferma la “cornice di vera e propria desertificazione industriale”, mentre per il responsabile lavoro della Margherita, Tiziano Treu, è la “dimostrazione che il settore non riesce a ripartire”.

Inoltre “la notizia conferma e aggrava i dati sempre più critici sulla perdita di competitività internazionale del nostro paese rilevata ieri dal World Economic Forum”.

Tornando all’indagine rapida di Confindustria, per quanto riguarda in particolare il mese di settembre, l’indice corretto per la componente stagionale e per il numero dei giorni lavorativi registra un calo dello 0,2% rispetto ad agosto, quando era invece cresciuto dello 0,8%. Nella media del trimestre luglio-settembre, tuttavia, la produzione si colloca al di sopra dei livelli raggiunti nei tre mesi precedenti (+0,4%).

Ma, sottolinea il Centro Studi, ciò non è ancora sufficiente a riportare il livello sui valori riscontrati a fine 2003-inizio 2004, data la forte flessione che si è verificata negli ultimi mesi dello scorso anno. In termini tendenziali, infatti, la produzione corretta per giorni lavorativi è calata a settembre dell’ 1,4% e nel terzo trimestre dello 0,6%.

In particolare, il flusso di nuovi ordini acquisiti in settembre dalle aziende che lavorano su commessa è in crescita dell’1% su agosto, ma è stabile su settembre 2004 (+0,1%). A livello settoriale, le indicazioni del panel continuano ad essere negative per le imprese operanti nel settore metallurgico, delle macchine e apparecchi meccanici e dei mezzi di trasporto.

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