Come da attese Moody’s ha confermato il rating dell’Italia a Baa3 (solo di un gradino superiore al livello junk). L’outlook rimane stabile.
Nei giorni scorsi altre agenzie hanno rilasciato il loro giudizio sull’Italia. Il 30 ottobre l’agenzia di rating canadese Dbrs ha comunicato di mantenere invariato il rating BBB (high) con outlook negativo.
Il 23 ottobre Standard and Poor’s ha addirittura alzato l’outlook dell’Italia da ‘negativo’ a ‘stabile’ e ha confermato il rating , mantenendolo a ‘BBB’, due gradini sopra il livello di junk bond,
Cosa pensa Moody’s dell’Italia
I fattori che hanno spinto gli analisti di Moody’s a confermate il rating sono legati alla struttura dell’economia italiana, al supporto ricevuto dalla Bce e alla maggiore stabilità politica rispetto al passato.
In particolare secondo Moody’s sebbene la crescita rimarrà una sfida a medio termine, l’economia italiana dovrebbe riprendersi dalla profonda contrazione indotta dalla pandemia nella prima metà di questo anno.
L’aumento dei tassi di contagio da coronavirus potrebbe ritardare la ripresa nel 2021, ma l’orientamento favorevole della politica monetaria della BCE e i fondi di recupero dell’UE forniranno un importante sostegno all’economia nei prossimi anni.
Gli analisti hanno poi evidenziato che l’onere del debito dell’Italia sta aumentando notevolmente quest’anno e rimarrà molto alto per molti anni, il che rappresenta un vincolo importante per il rating.
Tuttavia, Moody’s prevede che la ripresa della crescita unita alla natura temporanea di molte delle misure di emergenza di quest’anno consentirà di ridurre il deficit di bilancio negli anni a venire e sosterrà una graduale riduzione del rapporto debito pubblico / PIL.
Il contesto di finanziamento molto favorevole assicura che l’Italia continuerà a beneficiare di una forte accessibilità del debito, un importante fattore attenuante per i suoi elevati livelli di debito.
La stabilità dell’outlook riflette i punti di forza dell’Italia, come la sua grande economia diversificata e in particolare il suo settore manifatturiero competitivo, nonché gli elevati livelli di ricchezza delle famiglie. Questi fattori sono in grado di bilanciare le debolezze di lunga data tra cui l’altissimo livello del debito, che ora ha una vulnerabilità ancora più grande rispetto al passato e la debolezza dell’efficacia delle politiche fin qui adottate.
Il giudizio di Moody’s riflette inoltre l’opinione secondo cui la situazione politica rimarrà in qualche modo più prevedibile di quanto non sia stata per diversi anni, il che potrebbe favorire l’attuazione delle riforme strutturali nel contesto dei fondi di ripresa dell’UE.
Il 4 dicembre sarà la volta di Fitch
Dopo Moody’s il prossimo appuntamento con le agenzie di rating è fissato il 4 dicembre con il verdetto di Fitch, forse il giudizio più atteso visto che lo scorso 28 aprile, considerando le gravi ricadute della pandemia di coronavirus sull’economia, aveva deciso di abbassare il rating “Bbb” a “Bbb-” appena un gradino sopra il livello junk.
Se quindi l’agenzia americana decidesse di usare la mano pesante, il debito italiano sarebbe confinato a junk, spazzatura.