Mentre il Quirinale aspetta le prossime mosse di M5S e Lega per fare rinascere un governo politico guidato da Giuseppe Conte, l’Italia con la sua crisi di governo resta nel mirino di Moody’s.
Dopo che l’agenzia di rating lo scorso 25 maggio aveva annunciato di aver messo sotto osservazione il giudizio assegnato all’Italia (Baa2) per una possibile revisione al ribasso, ieri gli analisti dell’agenzia hanno annunciato una mossa analoga per 12 banche italiane che potrebbero subire un downgrade del rating.
Le banche coinvolte sono dodici: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Cassa Depositi e Prestiti, Mediobanca, Fca Bank, Banca Nazionale del Lavoro, Credito Emiliano, Credit Agricole Cariparma, Cassa Centrale Raiffeisen, Invitalia e Banca del Mezzogiorno.
Moody’s potrebbe procedere al taglio del giudizio
“a seguito del downgrade del rating sovrano italiano o per un deterioramento delle valutazioni del merito di credito delle banche coinvolte, dovuto, per esempio, a un peggioramento dell’ambiente operativo o a istanze specifiche di peggioramento della qualità degli attivi, con perdite o riduzione della capitalizzazione”.
In caso contrario, Moody’s potrebbe infatti “ridurre i rating in seguito a un ribasso del rating o a un deterioramento dei fondamentali creditizi delle banche sotto esame, guidato per esempio da un peggioramento del contesto operativo o di specifiche istanze come qualità dell’attivo, perdite, capitalizzazione”.