Società

Italia: “paradiso fiscale” per ricchi francesi (e nostrani)

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PARIGI (WSI) – Pierre Godé, numero due del gruppo Louis Vuitton Moët Hennessy, assaggerà la “dolce vita fiscale” italiana. E’ una vera epidemia. Dopo il numero uno di Lvmh che prepara da anni il trasferimento della sua fortuna in Belgio, tocca ora al suo braccio destro, Pierre Godé, ad esiliarsi fiscalmente.

Cambia la direzione: non è il Belgio il paese scelto per rifarsi una vita, ma a Milano, in Italia. Interrogato dal “Canard”, Godé smentisce l’informazione, rivelata dal sito “Médiapart”. “Ha effettivamente un pied-à-terre a Milano, ma come in molti altri paesi, ha dichiarato un portavoce. Reste vice-presidente e amministratore.”

Smentita o meno, Godé, 68 anni, trasloca davvero. Specialmente per motivi fiscali. L’Italia, anche se non figura nella lista dei paradisi fiscali, offre delle particolarità che rischiano di farlo felice.

L’esilio fiscale in Italia si giustifica completamente per i francesi che hanno un patrimonio importante” spiega un’avvocata fiscalista romana. E a giusto titolo: se è vero che i redditi sul lavoro sono tartassati – fino al 56% d’imposta trattenuto alla fonte, senza quoziente familiare, né abbattimento come in Francia – , quelli da patrimonio sono trattati piuttosto bene.

Ciò cade a fagiolo, giacché Godé non beneficerà più del suo stipendio (5,5 milioni di Euro nel 2011) ma sarà d’ora in poi pagato in azioni gratuite dalla sua azienda. Vivrà così dei dividendi che queste gli renderanno. Colpo di fortuna, questi sono imponibili al 12% in Italia, contro il 42,5% in Francia. Godé potrà anche sostentarsi grazie alle plusvalenze incassate vendendo questi titoli che non gli sono costati nulla.

Un reddito, anche stavolta, tassato forfettariamente al 12% mentre in Francia la tassazione può arrivare al 60,5% grazie al Contributo Sociale Generalizzato (Csg), che non esiste in Italia. Senza dimenticare che l’imposta patrimoniale, una specialità francese, vi è sconosciuta. Il numero due di Louis Vuitton Moët Hennessy risparmierà cosi una spesa sconsiderata dell’ordine di un milione di euro l’anno.

E, anche de-localizzato a Milano, Godé continuerà a rimanere uno dei più fedeli collaboratori di Arnault. Il telelavoro, è il futuro!

(Le Canard Enchainé – 30 Gennaio 2013 J.C.)

(Traduzione in italiano a cura di Andrea D’Ambra per il Fatto Quotidiano)

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