Il 28 maggio scorso la Camera dei deputati ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il governo ad accelerare il “pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni”, anche attraverso “titoli di Stato di piccolo taglio”, ossia i mini-bot proposti dalla Lega.
A bocciarli senza riserve il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco dal palco del Festival dell’Economia di Trento.
Sono sempre debito, non è di certo una soluzione al problema del nostro debito pubblico (…) bisogna evitare che con proposte che possono cercare di risolvere percezioni di problemi si mettano in moto percezioni che facciano salire il costo del debito perché c’è più sfiducia”.
Sui mercati secondari del reddito fisso, lo Spread di rendimento tra Italia e Germania si è ampliato sopra i 290 punti base negli ultimi giorni.
Cottarelli: mini bot sono un brutto segnale
A esprimere preoccupazione anche Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici italiani dell’università Cattolica di Milano, ex commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica.
“La mozione approvata alla Camera dei deputati ieri, di per sé non ha alcun valore ma certo è un segnale che è stato dato (…) L’unanimità è dovuta più che altro al fatto che, chi non è d’accordo con i mini-bot ma ha votato a favore del testo, ne ha sottovalutato alcuni passaggi. Il documento in realtà riguardava i debiti delle Pubbliche amministrazioni, che siamo tutti d’accordo vadano velocizzati”.
Così l’ex commissario alla spending review secondo cui “l’unico motivo vero per il quale sono proposti i mini-bot è quello di iniziare ad abituare gli italiani ad avere in tasca dei pezzi di carta che sembrano moneta, anche se non sono moneta in senso stretto”.
Fitoussi: UE non ha interesse a cercare lo scontro
L’economista francese che vive in Italia Jean Paul Fitoussi, intervistato dall’Huffington Post, è dell’opinione che nonostante gli affronti e le minacce verbali reciproci, si eviterà lo scontro fra le due parti. Secondo lui la Commissione europea è “debole” e pertanto “non ha interesse a iniziare un braccio di ferro con l’Italia”.
Cottarelli la pensa diversamente e si mostra preoccupato per le tensioni tra Roma e Bruxelles. L’economista che sarebbe diventato primo ministro l’anno scorso se M5S e Lega non avessero trovato un’intesa su un programma di governo condiviso, ammette che il pericolo che in Italia arriva la Troika c’è.
“La Troika arriva se c’è una crisi, tipo quella del 2011-2012. Sono eventi abbastanza rari, ma il rischio c’è. Speriamo non si concretizzi. Ovviamente, prevedere i comportamenti dei mercati finanziari è estremamente difficile e incerto. Se ne fossi capace, sarei molto più ricco”.