Mercer Italia ha presentato la ricerca European asset allocation survey. Il portafoglio degli investitori istituzionali italiani si sposta verso investimenti alternativi ed Esg
Tredici mila miliardi di dollari di obbligazioni oggi danno un rendimento negativo, tra questi i titoli di Stato dei principali Paesi industrializzati. Una cifra a dodici zeri che nell’anno in corso è aumentata di 5.000 miliardi di dollari, superando il record del 2016. In cerca di un rendimento positivo che diventa sempre più complesso trovare, gli investitori hanno allungato la duration a livelli mai visti prima.
Sono le prime note espresse da Luca De Biasi, wealth business leader di Mercer Italia nel corso della presentazione della 17° edizione dell’European asset allocation survey.
“Con una duration così elevata – ha commentato – il rischio di uno shock da tassi è forte. Un innalzamento di 100 punti base della curva dei rendimenti provocherebbe una perdita superiore ai 2.000 miliardi”.
È nel 2016 che lo zero e il segno meno hanno cominciato a dominare nel mondo delle obbligazioni governative. Ed è da quell’anno che la quota di obbligazioni nei portafogli degli investitori istituzionali ha cominciato a diminuire. In Italia è passata dal 52% del 2015 al 37% di oggi. Rappresenta ancora la componente principale ma viene ora affiancata dalle azioni (25%) e dagli investimenti alternativi (private equity, private debt, alto rendimento, emergenti, hedge fund). Sono proprio gli investimenti a essere cresciuti di più, arrivando a toccare il 24% del portafoglio complessivo degli investitori istituzionali italiani (dal 19% del 2018).
Aumentano gli investimenti alternativi in portafoglio
Se confrontati con il contesto europeo questi dati disegnano un’Italia che si potrebbe definire un po’ più coraggiosa, nell’andare alla ricerca di rendimento, di quanto ci si potrebbe aspettare. Almeno per ciò che concerne gli investitori istituzionali. L’Italia ha infatti la componente più bassa di esposizione obbligazionaria (37% contro 53% della media europea) e la più elevata di esposizione agli investimenti alternativi (24% contro il 16%).
La ricerca di rendimento non vuol dire però allontanarsi da quelli che sono gli obiettivi propri di un investitore istituzionale.
“Fondi pensione e casse di previdenza devono conservare il risparmio e incrementarlo per garantire prestazioni adeguate”
ricorda Marco Valerio Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia che prosegue:
“Le fondazioni bancarie hanno come finalità istituzionale utilizzare i rendimenti generati dal loro patrimonio per investire sul territorio. Sono tutte finalità di lungo periodo”.
Coraggio, quindi, ma senza mettere a rischio l’equilibrio rischio/rendimento.
Il tema della sostenibilità sempre più presente
Un altro trend che emerge dalla ricerca di Mercer è la crescente attenzione verso i temi della sotenibilità ambientale, sociale e di governance, ovvero verso le tematiche Esg. Anche in questo caso l’Italia mostra dati migliori rispetto alla media europea.
In particolare, l’85% del campione italiano di investitori istituzionali dichiara di considerare i temi Esg nell’attività di investimento, in significativa crescita rispetto al 56% del 2018 è superiore a quello medio europeo che si ferma al 55%. Commenta Morelli:
“L’ottica di lungo periodo propria degli istituzionali ha fatto sì che, sia nelle scelte di investimento societario, sia nelle posizioni assunte nel processo di Stewardship sia sempre più diffusa l’attenzione ai fattori Esg, anche in relazione alle importanti novità normative, che attestano l’attenzione del regolatore. Guardando al futuro, è probabile che sempre più investitori istituzionali incorporino la sostenibilità come parte integrante del proprio processo di investimento strategico. Chi non abbia ancora prestato sufficiente attenzione alla sostenibilità dovrebbe al più presto considerare questa dimensione già nel breve termine per garantire di muoversi nel sempre migliore interesse dei propri stakeholder”.