Italia, quali prospettive dopo la caduta del Governo Draghi? I timori degli investitori
Nel giro di una settimana, l’Italia è passata dal governo Draghi sostenuto da un’ampia maggioranza a elezioni politiche anticipate il prossimo 25 settembre, che potrebbero vedere l’estrema destra alla guida della prossima coalizione. Questa prospettiva ha spinto gli investitori a mettere in discussione il futuro economico dell’Italia e il suo ruolo più ampio all’interno della politica europea.
“Se una coalizione di destra dovesse vincere le elezioni politiche del 25 settembre e successivamente abbandonare le riforme economiche, potrebbe mettere a rischio non solo l’accesso dell’Italia al sostegno fiscale dell’Ue e al nuovo strumento anti-frammentazione della Bce, ma più in generale alla futura integrazione dell’Ue e all’emissione di debito comune”, ha dichiarato George Buckley, economista di Nomura, in una nota diffusa la scorsa settimana.
Le prossime elezioni saranno importanti non solo per capire dove si dirigeranno le finanze e la strategia fiscale dell’Italia, ma anche se l’Europa continuerà a erogarle nuovi fondi del PNRR. L’Italia, che ha sofferto di più a causa della pandemia, sta ricevendo la fetta più grande del denaro preso in prestito.
Tuttavia, se ci saranno problemi con la situazione politica, sono a rischio i fondi futuri del PNRR, anche per affrontare il cambiamento climatico o l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina.
“È improbabile che il prossimo governo italiano metta in dubbio il futuro del Paese nella zona euro, ripetendo le turbolenze che abbiamo visto dopo le elezioni del 2018. Ma probabilmente condurrà una politica fiscale più allentata e troverà più difficile approvare le riforme“, ha dichiarato Jack Allen-Reynolds, economista senior per l’Europa di Capital Economics, in una nota della scorsa settimana.
La caduta di Draghi
Noto soprattutto per aver salvato l’euro, Mario Draghi, già amministratore delegato di Goldman Sachs International, è diventato primo ministro italiano nel febbraio 2021 guidando un governo tecnocratico, sostenuto dai quattro principali partiti politici. Il suo arrivo a Roma è stato accolto con favore dagli investitori e dai funzionari europei, desiderosi di vedere mani sicure alla guida della terza economia della zona euro. L’ex capo della Banca Centrale Europea ha ottenuto risultati su diversi fronti, tra cui la messa a punto di un piano di riforme per ottenere più di 190 miliardi di euro (194,52 miliardi di dollari) dall’UE. Gli esborsi, tuttavia, sono legati al completamento di queste riforme, per cui gli investitori temono che la prossima coalizione possa non seguire i piani di Draghi e quindi non ricevere tutti i fondi da Bruxelles. Il primo ministro ha anche rilanciato gli sforzi per la vaccinazione anti Covid-19 e ha contribuito a una ripresa economica. Ma durante il suo mandato, Draghi ha dovuto lottare con una serie di sensibilità politiche. Ma l’agognato salvataggio dell’economia italiana si è concluso prematuramente con la caduta del governo Draghi e le nuove elezione indette per il 25 settembre.
Perché è caduto il suo governo?
Il crollo del suo governo è avvenuto a causa di fragilità al centro dell’esecutivo. Tutto è iniziato con il boicottaggio da parte del Movimento Cinque Stelle del voto su un pacchetto di misure volte ad aiutare gli italiani a far fronte all’aumento del costo della vita. Il pacchetto comprendeva un controverso inceneritore di rifiuti per Roma, contro il quale il M5S si è schierato con veemenza. Non votando a favore dell’ampio pacchetto e bloccandolo, il partito si è schierato in sostanza contro il governo di cui faceva parte, per cui Draghi ha rassegnato le dimissioni. Nella tarda serata di mercoledì 15 luglio, il presidente italiano Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni iniziali di Draghi invitandolo a costruire un nuovo consenso parlamentare. Nei giorni successivi, centinaia di sindaci hanno firmato una lettera per chiedergli di restare. Anche i leader sindacali e gli industriali si sono riuniti per chiedere a Draghi di rimanere in carica. Il resto è storia nota.