Società

Italia sempre più a corto di scienziati

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Roma – All’Europa servono e serviranno più laureati nelle aree scientifiche e tecnologiche. Ma l’ultima ricerca Eurydice, promossa dalla Commissione Ue, lancia l’allarme: complessivamente il numero dei dottori in scienze in tutti i paesi membri sta calando.

Un dato, sottolineano i ricercatori, che preoccupa non soltanto le istituzioni educative ma anche il mondo dell’economia. Negli Usa il Consiglio per le Scienze e la Tecnologia ha calcolato che nei prossimi dieci anni sarebbe necessario che le università formassero almeno un milione di laureati in più in Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Un milione di potenziali posti di lavoro in più. E mentre su questo fronte il vecchio continente appare in affanno i paesi asiatici stanno recuperando il gap del passato al galoppo.

Occorre quindi mettere in atto politiche di orientamento nei confronti degli studenti e soprattutto delle studentesse tradizionalmente più refrattarie nei confronti di questi settori disciplinari.

Nella Ue dal 2001 al 2010 la percentuale di laureati in Matematica, Scienze, Tecnologia (MST) è in declino, dal 24.4 al 21.4. Più della metà dei paesi europei hanno visto diminuire questa percentuale. Tra i peggiori la Lettonia, il Lussemburgo e l’Olanda ma anche Irlanda, Romania e Turchia. Bene invece Austria e Finlandia. In Italia la percentuale è passata da 22 a 23 ma è comunque troppo lontana dal 32 della Finlandia. Troppo scarsa poi la presenza femminile tra i laureati MST. Soltanto il 19,7 per cento in Olanda e il 24 in Austria.

Eurydice segnala anche come l’Annual Growth Survey segnali pochi laureati nel settore IT (Informatica e Tecnologia). Un numero che ha smesso di crescere dal 2008. Si calcola che resteranno scoperti oltre 700.000 profili di professionisti in questo settore nel giro di tre anni sempre nella Ue.

Indispensabile orientare i giovani mentre anche a scuola già mancano professori di MST qualificati. Persino in Italia dove migliaia di docenti precari hanno perso le speranze del posto fisso mancano invece i professori nell’area delle scienze. La Commissione Europea raccomanda di motivare i ragazzi ad impegnarsi nelle materie scientifiche fin dai primi anni anche creando collaborazione tra le scuole ed i centri di ricerca chiamando gli scienziati ad illustrare le tante possibilità che le conoscenze in questo campo possono aprire ai giovani

Un altro punto dolente della formazione dei giovani europei è la scarsa attenzione riservata alle verifica di due particolari «competenze» che i ragazzi dovrebbero acquisire a scuola: il senso civico e la capacità imprenditoriale e di innovazione.

Nella ricerca si osserva che mentre per le competenze di base (ovvero le conoscenze relative alla lingua madre, alla matematica, alle lingue straniere) in tutta la Ue si sono attuati sistemi di valutazione dei risultati raggiunti più o meno efficaci non è stato fatto altrettanto per le competenze trasversali che invece appaiono altrettanto importanti: la consapevolezza di essere un cittadino, anche in senso civile e sociale e la capacità di iniziativa imprenditoriale.

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