ROMA (WSI) – Indicatori sul mercato del lavoro in miglioramento nel secondo trimestre 2015. A sottolinearlo l’Istat, nel nuovo comunicato trimestrale sul mercato del lavoro che l’Istituto nazionale di statistica rilascia a partire da oggi.
In primo luogo emerge che il tasso di disoccupazione è salito lievemente al 12,4% nella media del trimestre, diminuendo però fino al 12% a luglio. Ad aumentare l’input di lavoro impiegato, l’occupazione e in misura modesta, nella prima parte dell’anno è tornata a crescere anche la produttività. Il recupero dell’occupazione poi è proseguito anche a luglio, con una crescita annua dell’1,1% (+ 235 mila unità) e dello 0,3% nel periodo maggio-luglio, al netto della stagionalità.
Sono 22.446.000 le persone occupate come forze di lavoro al netto degli effetti stagionali, lo 0,5% in più del trimestre precedente (+103.000), corrispondente a un tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni pari al 56,2%, in aumento di 0,3 punti percentuali.
La crescita congiunturale degli occupati nel trimestre ha interessato entrambi i generi e, tra le diverse tipologie, soltanto i lavoratori dipendenti (+0,8%, pari a 137.000 lavoratori in più equamente ripartiti tra l’occupazione a carattere permanente e temporaneo), mentre sono calati gli indipendenti (35.000 unità, -0,6%).
Le posizioni lavorative dipendenti nelle imprese industriali e dei servizi sono aumentate dello 0,4% su base congiunturale e dello 0,8% su base annua, mentre il monte ore lavorate è cresciuto dello 0,9% e del 2%, rispettivamente.
Congiuntamente, le ore lavorate pro capite sono salite dello 0,6% in termini congiunturali e dell’1,4% su base tendenziale, in parte per la significativa discesa delle ore di cassa integrazione (Cig) (da 30,3 a 18,8 per mille ore lavorate).
Sono infine nettamente aumentate le posizioni in somministrazione (+4,1% in termini congiunturali e +18,7% su base annua), mentre il tasso di posti vacanti nelle imprese con almeno 10 dipendenti rimane invariato sul trimestre precedente mentre aumenta di 0,1 punti percentuali rispetto al secondo del 2014. L’indice destagionalizzato del costo del lavoro per unità di lavoro dipendente segna una crescita congiunturale dello 0,1%, sintesi di un incremento delle retribuzioni (+0,2%) e di una riduzione degli oneri (-0,3%).
A influenzare questi risultati l’andamento degli inattivi, in diminuzione congiunturale nel secondo trimestre dell’anno e nuovamente in aumento nel mese di luglio.
Dal comunicato trimestrale sul mercato del lavoro dell’Istat emerge inoltre che nel secondo trimestre, in base ai dati non destagionalizzati, tra gli inattivi è diminuito il numero degli scoraggiati e delle persone ritirate dal lavoro, mentre sono aumentati sia gli studenti sia gli individui in attesa di risposta ad azioni attive di ricerca.
Infine se il costo del lavoro registra una variazione positiva anche su base annua, pari a +0,9% (+1,3% per le retribuzioni e -0,2% per gli oneri), i diversi andamenti degli oneri e delle retribuzioni sono da attribuire anche agli sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, previsti dalla legge di stabilità 2015 (Legge n. 190/2014).
Ancora, i salari salgono più dell’inflazione, facendo salire il potere di acquisto degli italiani. “L’aumento tendenziale delle retribuzioni di fatto è risultato ampiamente superiore all’inflazione: prosegue dunque il recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni al lordo delle imposte”, si legge nel comunicato.
(Aca)