ROMA (WSI) – Oltre 22 miliardi di euro e un registro informatico con nomi e cognomi di ben 27mila italiani che tra 2006 e 2014 hanno preferito portare i loro soldi nella Repubblica di San Marino. Sono i dati principali della maxi operazione della Guardia di Finanza e della Procura di Forlì che hanno schedato tutti gli italiani che, durante la crisi, hanno avuto rapporti bancari di qualsiasi tipo con San Marino.
“Ora si indaga – si legge nell’articolo – per accertare quanto di questo tesoro sia stato accumulato con l’evasione fiscale e in alcuni casi con reati peggiori, come la bancarotta fraudolenta o il riciclaggio di denaro mafioso. Per ora gli evasori accertati, sarebbero oltre 20mila, che non hanno mai dichiarato al fisco italiano i soldi che sono andati a finire lì”.
“Tra gli accusati ci sono industriali, commercianti, professionisti e perfino qualche banchiere. Ma anche protagonisti di rovinosi fallimenti, ora sospettati di aver svuotato le aziende, licenziato il personale e occultato i capitali all’estero, almeno in parte a San Marino.
Qualche indagato ha già ammesso gli addebiti e risarcito il fisco. Altri invece contestano le accuse e avranno tre gradi di giudizio per proclamare la propria innocenza” si legge ancora nell’articolo, in cui viene specificato che “la cifra più alta finora scoperta, circa 69 milioni di euro, è passata su conti intestati all’irreprensibile signora F.S., risultata in realtà una familiare dell’industriale marchigiano Alberto Bruscoli, titolare del grande mobilificio Imab Group.
L’imprenditore si è assunto ogni responsabilità e si è messo in regola accettando di pagare tutte le imposte arretrate con relative multe. E ha anche giustificato com’era nato tutto quel nero: numerosi acquirenti, soprattutto nel Sud Italia, erano disposti ad accettare solo forniture senza fattura“.