ROMA (WSI) – Obiettivo: tagliare il debito con un programma di privatizzazioni, il più ambizioso dagli anni ’90, che possa consentire di raccogliere almeno 12 miliardi di euro.
Il Financial Times sottolinea come il primo ministro Matteo Renzi stia seguendo il piano che il suo predecessore Enrico Letta ha annunciato lo scorso gennaio, al fine di ridurre il debito pubblico italiano – che è di un ammontare superiore a 2.000 miliardi di euro -, per la prima volta in sei anni. Come? Facendo uscire lo Stato dalle partecipazioni che detiene in diverse società.
Si inizia con lo sbarco e a Piazza Affari della società cantieristica Fincantieri: sarà quotato fino al 49% del capitale e gli analisti prevedono che il valore dell’azienda potrebbe essere superiore a 1,5 miliardi di euro. Il processo di privatizzazione include anche un aumento di capitale di 600 milioni di euro, approvato ieri dagli azionisti di Fincantieri. “L’intenzione è quella di quotare la società a Milano prima dell’estate”, ha detto all’Ft Giuseppe Bono, amministratore delegato del gruppo.
A seguire, il governo ha come target anche la vendita del 40% di Poste Italiane e il 49% del controllore del traffico aereo Enav. In via separata, la Cassa Depositi e Prestiti – agenzia di finanziamento controllata dal Tesoro che gestisce i risparmi postali di Poste Italiane e che possiede Fincantieri, venderà le partecipazioni di minoranza che detiene in Sace.
A essere vendute saranno anche la quota del 4% che il governo detiene in Eni; il 13% in STM e le quote di Cassa Depositi e Prestiti in Snam e Terna.
Fincantieri è il quarto costruttore mondiale di navi, per valore di ordinativi. Nel 2013, ha ricevuto ordinativi per 5 miliardi di euro, portando il suo portafoglio a 12 miliardi. Ha riportato profitti, su base netta, di 85 milioni nel 2013, su utili al lordo degli interessi, delle tasse, dei deprezzamenti e ammortamenti di 298 milioni. Ha 20.000 dipendenti in 21 fabbriche situate in quattro continenti.
Gli esperti di finanza ritengono che Fincantieri sarà la società statale più facile da privatizzare, in quanto viene già gestita come un’azienda privata. Scetticismo invece su quando sarà possibile quotare società come Poste Italiane, che hanno legami molto forti con lo stato italiano.