La nuova ondata della pandemia da Covid 19 continua a far salire il termometro della preoccupazione tra famiglie e imprese italiane, che preferiscono mantenersi liquidi in attesa di tempi migliori. La conferma arriva dall’ultimo bollettino mensile dell’ABI, dal quale emerge che, nel mese di ottobre, gli italiani hanno parcheggiato nei conti correnti altri 32 miliardi (+9,5% su base annua).
Un balzo in avanti che ha consentito alla liquidità totale dei conti correnti di superare la cifra di 1.700 miliardi (complessivamente 1.714 miliardi per la precisione), con un aumento in valori assoluti di 149 miliardi in un anno..
I dati di ottobre erano in parte già messi in conto, alla luce della seconda ondata della pandemia e dei nuovi lockdown, che hanno ridotto inevitabilmente i consumi. A questo proposito, ieri, la Confcommercio ha rilevato, sempre in ottobre, un nuovo crollo dei consumi. Secondo l’indice congiunturale calcolato dall’associazione dell’8,1% rispetto allo stesso mese del 2019.
Il rallentamento, ha interessato in misura più immediata e significativa la filiera del turismo, servizi ricreativi (-73,2%), alberghi (-60%), bar e ristoranti (-38%). Per il mese di novembre si stima una riduzione del Pil del 7,7% su ottobre e del 12,1% nel confronto annuo.
Secondo il vice dg Abi Gianfranco Torriero:
“Il risparmio di per sè è positivo e le banche devono poter contare su esso per finanziare” famiglie e imprese “ma, come ha detto anche il governatore della Banca d’Italia Visco, i depositi devono essere mobilizzati. Per questo vanno create le condizioni per poter avere maggiori investimenti e quindi un miglioramento della crescita economica”.
Imprese trainano l’accumulo di liquidità
Secondo gli esperti, la quota maggiore di liquidità lasciata sui conti correnti è riconducibile alle imprese. Anche Banca d’Italia ha rilevato, di recente, la tendenza a mettere sui conti parte dei finanziamenti erogati con le garanzie, proprio per fare fronte a eventuali crisi di liquidità nei prossimi mesi legati ai nuovi lockdown.
Il trend fa più impressione se si tiene conto dell’andamento del reddito del Paese, il Prodotto interno lordo che a fine 2019 era a quota 1.787 miliardi.
Le due voci, liquidità sui depositi e Pil, tenderanno a convergere nel corso del 2020.